Continuo a occuparmi di Polonia. A fine maggio prossimo si terranno le elezioni presidenziali, il premier polacco Donald Tusk già da adesso, nel silenzio-assenso delle istituzioni europee, tenta di imbavagliare mass media vicini ai candidati delle opposizioni e vuole addirittura l’arresto dell’ex premier e attuale leader dei Conservatori e riformisti europei, Mateusz Morawiecki.
“A Bruxelles conoscono la differenza tra Caracas e Varsavia?” Si domanda Luca Volontè (Elezioni fondamentali. Campagna per le presidenziali in Polonia, Tusk censura gli avversari, 17.1.25, laNuovabq.it) Un altro fatto ha suscitato un certo scalpore è il Museo negato a Giovanni Paolo II. Praticamente lo sanno anche i sassi,
Karol Wojtyla è il polacco più famoso della storia, ma l’attuale governo di Varsavia non vuole che gli sia dedicato un museo. Nel ventesimo anniversario della morte di Giovanni Paolo II, il ministero della cultura e del patrimonio nazionale ha deciso di intentare una causa contro la Fondazione Lux Veritatis con cui nel 2018 era stato firmato un accordo di collaborazione per la fondazione del museo della Memoria e dell’Identità intitolato al Papa polacco. L’argomento viene affrontato dallo studioso Wlodzmierz Rezioch (Polonia. No al Museo di Wojtyła: il governo Tusk rigetta il cristianesimo, 29.1.25, lanuovabq.it).
Oggi gli edifici del futuro museo sono stati completati e bisogna ultimare l’esposizione. Purtroppo, dopo il cambio del governo, il ministero della cultura, guidato da Hanna Wroblewska, sta cercando di distruggere questa grande iniziativa come molte altre simili che mirano a mantenere viva la memoria del Papa polacco.
Il governo per evitare di istituire il Museo sta avanzando pretestuosi e banali motivi. Padre Tadeusz Rydzyk, notissimo direttore di Radio Maryja nonchè presidente della fondazione, ha smontato tutte le menzogne del governo, chiamando alla mobilitazione i fedeli.
Il museo della Memoria e dell’Identità era nato per valorizzare la storia polacca mettendo al centro la figura di Giovanni Paolo II e dando spazio alle testimonianze di ebrei salvati dai polacchi durante la persecuzione nazista. Un lavoro di squadra tra pubblico e privato fortemente voluto dall’allora ministro della cultura Piotr Gliński, esponente del partito conservatore PiS. L’affermazione elettorale della coalizione anti-Morawiecki però ha fatto cadere in disgrazia questo progetto, nel solco della politica meno favorevole alla Chiesa cattolica che il terzo governo Tusk, su spinta degli alleati non popolari, sta realizzando.“Questa è la Polonia di Tusk: – scrive Redzioch – un Paese che da un lato vuole condannare alla damnatio memoriae il suo figlio più illustre e, dall’altro, promuove le iniziative del sindaco di Varsavia, tipico personaggio liberal chic, ambientalista fanatico, sostenitore della causa Lgbt, avversario della presenza pubblica della Chiesa fino a vietare l’esposizione delle croci negli uffici pubblici”.
Per completare il panorama politico polacco di queste settimane in un recente editoriale il nostro esperto giornalista polacco, Redzioch ci informa che praticamente in Polonia è in atto un golpe bianco, ad opera del famigerato premier europeista Donald Tusk. Lo denuncia il presidente del Tribunale Costituzionale Bogdan Święczkowski. Dell’argomento si è interessato anche il quotidiano Libero. (Marco Patricelli, Sull’europeista Tusk accuse e tanti silenzi, 10.2.25, Libero) “Ciò che accade in Italia – scrive Patricelli – nel contrasto tra governo e magistratura, con lenzuolate velenose sulla stampa e overdose asperrime di blabla nei talk show, in confronto alla Polonia è un garbato scambio di opinioni tra gentlemen inglesi. Nel Paese dell’aquila bianca il presidente della Corte Costituzionale, non il pretore del più sprovveduto paesino rurale ha puntato il dito contro il premier Donald Tusk e alcuni membri della Coalizione civica(governo e parlamentari) accusandoli di ‘Golpe bianco’”. Attenzione, tutto messo per iscritto su un provvedimento di ben 60 pagine.
L’Ue, di fronte a questi abusi di potere tace.
Lei che di solito, è sempre attenta. E la cosa non dovrebbe stupirci, scrive Redzioch (Scontro istituzionale. «In Polonia c’è un golpe europeista», la Corte Costituzionale denuncia Tusk, 8.2,25, lanuovabq.it)
Il Presidente del Tribunale Costituzionale (Tc), Bogdan Święczkowski, ha annunciato in una conferenza stampa, lo scorso 5 febbraio, di aver presentato una notifica di sospetto di colpo di Stato da parte del premier Donald Tusk e altri con lui. «Non si tratta di un colpo di Stato che prevede l’impiego dell’esercito nelle strade, ma di un colpo di Stato strisciante e sistemico», ha affermato Święczkowski, che addirittura sostiene che c’è un ragionevole sospetto di un crimine commesso dal Primo Ministro, dai ministri, dal Presidente del Sejm (camera bassa del Parlamento), dal presidente del Senato, dai membri del Parlamento e dai senatori della coalizione al potere». Święczkowski è abbastanza netto e spiega che “dal 13 dicembre fino ad oggi nei vari luoghi della Polonia queste persone agiscono come un gruppo criminale con l’obiettivo di «cambiare il sistema costituzionale della Repubblica di Polonia», e di «impedire l’azione dell’organo costituzionale, Il Tribunale Costituzionale, ed altri organi costituzionali compreso il Consiglio Nazionale della Magistratura e la Corte Suprema». Pertanto, per raggiungere questi obiettivi si ricorre «alla violenza e alle minacce illegali impedendo il funzionamento del Tribunale Costituzionale e di altri organismi costituzionali, tra cui il Consiglio Nazionale della Magistratura e la Corte Suprema». In questo modo «si mina anche lo status costituzionale e legale della Camera di Controllo e Affari Pubblici della Corte Suprema» e «si mette in discussione lo status dei giudici del Tribunale Costituzionale». Il Presidente del Tc denuncia anche un altro fatto grave: «la cessazione della pubblicazione delle sentenze del Tribunale Costituzionale da parte del Centro Legislativo Governativo». In pratica, «Stiamo parlando del reato di colpo di Stato», ha scandito il Presidente Święczkowski. Poi ha lanciato un appello ai giornalisti: «Mi rivolgo a voi, giornalisti, come quarto potere, affinché facciate tutto il possibile per impedire a chi detiene il potere di bloccare questa inchiesta».
«Che in Polonia si tratti di un colpo di Stato è chiaro ed evidente. Naturalmente, non si tratta di un colpo di Stato che implichi l’impiego dell’esercito nelle strade, (…) è un colpo di Stato strisciante e sistemico. Si tratta di un continuo abuso da parte dei poteri esecutivo e legislativo sulla magistratura e altri organi costituzionali». Poi il Presidente Corte ha fatto alcuni esempi di tali abusi.
E’ intervenuto anche il Presidente delle Repubblica polacca Andrzej Duda, parlando con i media, ha commentato la notifica presentata dal Presidente del Tribunale Costituzionale in merito a un presunto colpo di Stato compiuto dal Primo Ministro Donald Tusk e da membri del governo: «Il presidente (Święczkowski) è un procuratore molto esperto e penso che per quanto riguarda le caratteristiche dell’atto proibito, non abbia avuto problemi a formulare tale notifica. Si tratta certamente di tutta una serie di ripetute e continue violazioni flagranti della legge da parte di varie persone che oggi esercitano il potere esecutivo, cioè persone che sono membri del governo. Non ho dubbi circa questo fatto», ha detto Duda. Più chiaro di così.
DOMENICO BONVEGNA
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