I segnali per un ritorno alla strategia della tensione degli anni ‘70 ci sono tutti. Dai due manichini di Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, fatti pendere da un ponte sul Tevere, impiccati a una corda come su una forca. Stessa cosa anche per la manifestazione “Arcobaleno” di sabato in piazza Fontana a Milano, questa volta i manifestanti sbandieravano cartelli con le facce dei due presidenti delle Camere. Ultima la contestazione all’Università “La Sapienza” di Roma.
Qui i sinistri collettivi sono tornati con slogan carichi di odio della contestazione studentesca sessantottina. “Fuori i fascisti dall’Università”, gridavano, cercando di zittire il convegno organizzato da Azione Universitaria a cui erano stati invitati Daniele Capezzone e il deputato FdI Fabio Roscani. Dalle immagini che abbiamo visto è evidente che gli squadristi comunisti volevano creare l’incidente con la polizia. Tre immagini drammatiche che rievocano gli Anni di Piombo e la sanguinosa “caccia al fascista”. Qui, però, gli unici fascisti in giro sono proprio quei collettivi che vogliono tappare la bocca (o peggio) a chiunque la pensi diversamente da loro.
Il Presidente del Consiglio nei suoi discorsi alla Camera e al Senato, ha ricordato l’ignominioso episodio di Roma, rievocando, “gli anni più bui della criminalizzazione e della violenza politica“. Gli anni in cui, “nel nome dell’antifascismo militante, ragazzi innocenti venivano uccisi a colpi di chiave inglese. Quella lunga stagione di lutti – ha rimarcato – ha perpetuato l’odio della guerra civile e allontanato una pacificazione nazionale che proprio la destra democratica italiana, più di ogni altro, da sempre auspica”.
E’ un dato di fatto ora a distanza di quarant’anni, quell’odio serpeggia ancora nelle piazze, nei centri sociali, nelle frange antagoniste, tra i gruppi della sinistra extraparlamentare. Un odio sempre pronto ad accendersi e a dilagare quando al governo sale il centrodestra. Ne abbiamo avuto un assaggio in campagna elettorale quando sono riapparse le minacce di morte firmate con la stella a cinque punte. Queste manifestazioni di odio e di violenza allo stato puro dovrebbe preoccupare tutti, invece c’è chi si è schierato dalla parte dei collettivi, a cominciare dal partito democratico, e della Cgil, accusando i poliziotti di reprimere il “diritto al dissenso” con i manganelli. Di questo parere è la neo-eletta senatrice Ilaria Cucchi (Verdi-Sinistra Italiana): “I nostri ragazzi ieri alla Sapienza sono stati affrontati come terroristi, perché credevano di avere ancora il diritto di protestare in modo pacifico. Inaccettabili e disumani i modi con cui sono stati trattati. Immagini brutali e davvero intollerabili in un luogo sacro come l’Università. Presidente, è davvero questo il modello di Paese che volete offrire ai nostri figli?”. Giustamente la Meloni ha replicato sottolineando che lei stessa ha organizzato diverse manifestazioni, ma mai per impedire agli avversari di poter esprimere le proprie opinioni. E nello stesso tempo invita tutti i giovani a impegnarsi per quello in cui credono, magari a criticare il Governo, ma dà il consiglio ad essere “folli, e affamati” di Steve Jobs, nello stesso tempo, ha aggiunto “Siate liberi”. Liberi di esprimersi, mai di essere violenti. Dello stesso tema si è occupato Luca Volontè su Lanuovabussola.
“La sinistra è sempre uguale a se stessa: quando perde, rinfocola animi e libera i propri scagnozzi per le strade, tutto come nel ‘900, violentemente retrogrado. Capita ovunque la stessa cosa, con il partito Democratico &Co. negli Usa per tutto il mandato alla Casa Bianca e soprattutto negli ultimi 18 mesi di governo di Donald Trump, lo vediamo oggi in Italia come lo stesso partito e gli stessi soci di ‘brigata’ aizzino nuovi moti giovanilistici e, insieme alla solita e vuota Cgil, vogliono abbattere il risultato elettorale e persino il…”merito”. (Luca Volontè, In Italia come negli Usa, quando perde la sinistra muove la piazza, 27.10.22, Lanuovabq.it)
Pertanto prendiamo atto che la sinistra “democratica”non ha alcun rispetto né per la democrazia, né per il voto popolare, né accetta di indossare l’abito prezioso della ‘opposizione’ ma, conosce solo rancore per i vincenti e i ‘fumi’ delle proteste. I nostrani “Democratici”, e i loro si stanno dimostrando ottimi maestri di questi vizi antidemocratici insieme ai loro fiancheggiatori della carta stampata e della TV (persino di Stato).
Per Volontè le polemiche sul termine ‘merito’, aggiunto alla definizione del Ministero della Istruzione, sono solo una becera scusa per sguinzagliare squadracce di intolleranti contro il risultato elettorale democratico. E’ stato sempre così. La Cgil sempre schierata con i Democratici e gli ‘spontanei’ gruppi studenteschi, ‘a prescindere’ da ogni contenuto, contro il ‘mostro delle destre’. Non c’è nulla di meritevole nelle proteste e minacce che stanno accadendo in questi giorni, povera sinistra che ha bisogno di riesumare il fascismo per sentirsi viva. “Come mai, – si domanda Volontè – queste belle persone, dai ‘Collettivi’ alla Cgil non hanno mai occupato una scuola, una università, ne inscenato una manifestazione contro le lezioni ‘in remoto’, la chiusura delle scuole per ‘Covid’, l’assenza di docenti, la perdita di competenze ed istruzione degli ultimi anni?”.
Negli Usa quando governava alla Casa Bianca Trump, ogni giorno i comunisti del Black Lives Matter (BLM) protestavano e occupavano interi centri storici cittadini, con la complicità di amministrazioni comunali ‘democratiche’ e tolleranti, la creazione di ‘città santuario’ dove il razzismo era bandito e si concedevano liberi sfoghi alle occupazioni e saccheggi vandalici. Le manifestazioni create ad arte dal neonato BLM, movimento scomparso dopo la vittoria di Biden.
A questo proposito il Washington Post, ha scritto che negli anni di Trump alla Casa Bianca si è registrato il più alto numero e la più imponente diffusione delle proteste antigovernative della storia degli Stati Uniti d’America. Volontè ci informa che su Wikipedia alla pagina relativa alle proteste finanziate, organizzate e promosse dai grandi finanziatori liberal, dal partito dei Democratici e da improbabili leader protestatari, contro l’allora Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump. Si trovano tutte le notizie di queste proteste.
Adesso negli Usa i politici Dems stanno appoggiando e finanziando la protesta, abortista, antifascista, e vandalica che sta mettendo a ferro e fuoco, a rischio della vita, chiunque sostenga la dignità della vita umana del concepito.
DOMENICO BONVEGNA
dbonvegna@gmail.com