L’INTERVENTO: SERGIO RAMELLI UCCISO PER LE SUE IDEE

Non riesco a non scrivere qualcosa in merito al ricordo del povero Sergio Ramelli, giovane simpatizzante del Fronte della Gioventù (Associazione giovanile del MSI), assassinato nel 1975 a Milano da un commando di Avanguardia Operaia (movimento extraparlamentare di sinistra) che gli ha teso un agguato sotto casa il 13 marzo e a colpi di chiavi inglese lo hanno lasciato per terra in una pozza di sangue, poi Sergio è morto dopo 47 giorni di agonia il 29 aprile. Certo ci sono altri episodi di aggressioni e di morte violenta in quegli stessi anni, ma questa ha avuto più clamore.

Ora dopo 50 anni dalla sua morte all’Istituto Molinari (la scuola milanese frequentata da Ramelli) viene scoperta una targa con la scritta : «ucciso per le sue idee» e un francobollo con il suo bel volto di diciottenne dai capelli lunghi. Quello che è grave che dopo 50 anni ancora c’è qualcuno che si oppone a questo ricordo, li chiamano “Collettivi studenteschi”, ma forse andrebbero chiamati diversamente. I giornali di ieri hanno dato la notizia della partecipazione all’evento milanese del ministro Giuseppe Valditara, della sottosegretaria Paola Frassinetti e dell’assessore alla Sicurezza della Regione Romano La Russa che hanno scoperto la doverosa targa.

I rappresentanti delle istituzioni sono stati accolti da una “sgangherata manifestazione di protesta ben controllata dalle forze dell’ordine”, scrive Il Giornale. Sarà pure sgangherata, ma è grave che ancora c’è gente in Italia che ha il “barbaro coraggio” di manifestare odio contro la memoria di un povero ragazzo innocente che credeva nelle proprie idee. E per questo, non credo che esistono giustificazioni. Tuttavia il loro livore   rappresenta, “la certificazione che per qualcuno cinquant’anni e quei morti non sono proprio serviti a niente”. Praticamente per questi studenti siamo all’anno zero, se ancora urlano, «Fascisti carogne, tornate nelle fogne», oppure “i fascisti fuori dalle scuole”.

Intanto Romano La Russa ha detto: «Le contestazioni dei collettivi degli studenti sono inaccettabili questa dovrebbe essere un’opportunità per ricordare non soltanto il povero Sergio, ma tutti quei ragazzi, di destra e di sinistra che negli anni di Piombo rimasero sui marciapiedi, sulle strade, magari in una pozza di sangue». Lunghissima la lista dei messaggi di solidarietà dopo una contestazione apparsa davvero fuori luogo e soprattutto fuori tempo.  Il ministro ha ringraziato la scuola per aver accettato l’affissione della targa, ed ha ricordato che “Sergio Ramelli non era un picchiatore, un violento, secondo alcune testimonianze agli atti avrebbe addirittura aderito al Fronte della Gioventù dopo avere fatto un tema sulle Brigate Rosse, dove lui condannava duramente le Br e il silenzio diffuso nei confronti dell’uccisione di due militanti del movimento sociale, un ragazzo dunque che aveva avuto il coraggio di esprimere le proprie idee, quel tema venne affisso nei corridoi della scuola e da quel momento per lui iniziò l’inferno”.

Valditara ha precisato che è stato “un omicidio che matura purtroppo all’interno del mondo della scuola, è all’interno della scuola che lui subì minacce, violenze, fu picchiato e costretto ad abbandonare la scuola. Pensate la gravità di questo fatto. Proprio perché noi vogliamo mettere al centro la persona e crediamo fortemente nei valori della nostra Costituzione, ho voluto che questa giornata fosse trasformata in una giornata simbolica, di come si debba rispettare chiunque abbia delle idee anche diverse”.

DOMENICO BONVEGNA

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