
I sinistri in continuazione chiedono alla nostra Presidente del Consiglio di schierarsi, di venire in Parlamento a riferire. Ebbene la nostra Presidente si è schierata eccome. Si è schierata di stare con l’Occidente, cioè di impedire la divisione e il suicidio dell’Occidente. “Mai come oggi il mondo ha avuto bisogno dell’unità dell’Occidente. E mai come oggi questa unità rischia di essere rotta da una divisione che potrebbe avere conseguenze durature. Questo è il possibile triste risultato di quanto avvenuto alla Casa Bianca nello scontro diplomatico fra i presidenti di Ucraina e Stati Uniti.
E la reazione peggiore sarebbe schierarsi, dividersi e rompere l’unità dell’Occidente”. (Marco Invernizzi, Unità e Occidente, 3.3.25, alleanzacattolica.org). Ricordo che non viviamo tempi semplici ma complicati. Sappiamo che il mondo occidentale è malato, non solo nelle classi dirigenti, ma anche nella società, c’è il relativismo etico che lo ha contaminato. Non dobbiamo mai dimenticare il contesto storico in cui ci troviamo, ben descritto dalle parole profetiche di Benedetto XVI a Fatima nel 2010: il mondo ha iniziato un percorso di morte e non riesce più a fermarlo. Siamo immersi nell’odio che genera le guerre e non sappiamo uscirne. Questa è la realtà: il dominio dell’odio. Fintanto che non si arriverà a sconfiggere nei cuori degli uomini questo odio devastante contro la vita e contro quella che s. Agostino chiamava la tranquillità nell’ordine, non ci potrà essere una vera pace. Ma leggiamo cosa ha detto Giorgia Meloni: «Ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà. Non del suo potere o della sua influenza, ma dei principi che l’hanno fondata, primo fra tutti la libertà. Una divisione non converrebbe a nessuno. È necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro. È la proposta che l’Italia intende fare ai suoi partner nelle prossime ore». Meloni nell’intervista con Francesco Giorgino, ha sottolineato che l’Occidente è la nostra Civiltà, ecco perchè non cadrà nella trappola della divisione e della dialettizzazione ideologica, perché ama questa identità culturale e civile del nostro Occidente, che si riassume, come abbiamo più volte scritto, in tre nomi di città: Atene, Roma e Gerusalemme. Esso si nutre della filosofia greca, del diritto romano e del cristianesimo. A fondamento di questa civiltà c’è la centralità della persona, di ogni persona, e della libertà dei singoli e dei popoli, in particolare della libertà religiosa.
L’Occidente è anche la Magna Europa, come ha insegnato Giovanni Cantoni, cioè l’Europa propriamente detta più l’Europa “di fuori”, vale a dire le Americhe, l’Australia e l’Oceania. Attenzione, Chi vuole dividere l’Europa dall’America desidera soltanto indebolire entrambe, qualunque sia la sua intenzione. C’è da chiarire inoltre che bisogna stare attenti “a non confondere l’Europa, e nemmeno gli USA, con le rispettive classi politiche. Molti degli uomini politici al governo dell’Europa in questo momento storico rappresentano il contrario dell’identità europea, come per esempio Macron in Francia, che ha introdotto l’aborto come diritto costituzionale”. In pratica, bisogna stare attenti “a non buttare via il bambino (l’Occidente) con l’acqua sporca (la burocrazia di Bruxelles).”Non è a causa delle classi politiche al governo che amiamo o non amiamo l’Europa”. La nostra speranza è che nonostante tutto l’Europa possa rinascere nella fedeltà alle proprie radici. Intanto, l’attività diplomatica va avanti, positivo il vertice di Londra, organizzato dal premier britannico Keir Starmer. L’intenzione è di favorire lo sforzo di pace avviato dal presidente Usa, mettendosi a disposizione, smussando le divergenze, svolgendo un ruolo di collegamento tra le due sponde dell’Atlantico, non di sabotarlo. Starmer non intende usare la carta Zelensky, e lo strappo di venerdì scorso, come arma contundente contro Donald Trump, come purtroppo in molti in queste ore hanno dimostrato di essere interessati a fare, pensando di trarre vantaggio dalle divisioni dell’Occidente. “Meloni è stata perfetta”, scrive Federico Punzi di atlantico, (Esteri. Starmer rimette l’Europa (e Zelensky) in pista: 3.3.25, atlantico) “Sia quando ha esortato a non commettere “l’errore di dividere o di favorire una divisione dell’Occidente, perché sarebbe esiziale”, e quindi a “non lasciarsi andare alle tifoserie” di fronte alla lite nello Studio Ovale. Pertanto, sostegno a Kiev ma non contro Trump. Sullo stesso argomento è intervenuto su Libero Antonio Socci, che vede come costruttori di pace, il Papa, la Meloni e Trump. (Il Papa, Trump e Giorgia Meloni, costruire la pace e poi.. [Consigli di Eliot e Scruton], 3.3.25, Libero) Papa Francesco dal letto dell’ospedale prega per la pace contro la guerra. E’ una voce che grida nel deserto? E’ probabile che offre la sua malattia e le sofferenze per la pace nel mondo. Socci per uscire dai dissidi, dalle tensioni in atto, dal clima intossicato, propone una poesia di Thomas S. Eliot, “Gli uomini vuoti”, che recita: “Siamo gli uomini vuoti/ Siamo gli uomini impagliati/ Che appoggiano l’un l’altro/ la testa piena di paglia Ahimé!/… è questo il modo in cui finisce il mondo/ Non già con uno schianto ma con un piagnisteo”. Questa settimana, non solo per la Chiesa, ma, anche per il mondo di oggi, sospeso fra guerra e pace, inizia una sorta di Quaresima. Il giornalista cattolico cita anche il filosofo Roger Scruton, che aveva apprezzato i versi di Eliot, pubblicandoli nel suo libro, “Manifesto dei conservatori”. Socci precisa che in ripetuti interventi Eliot delineò l’identità europea che, si basa sulla cultura classica e sulla fede cristiana, proprio ciò che il processo politico iniziato con la UE nel 1992 ha spazzato via. Eliot è davvero un simbolo dell’Occidente: uno statunitense naturalizzato britannico che indica Vigilio e Dante (cultura classica e cristianesimo) come pilastri dell’identità euro-occidentale. Eliot, non solo ha espresso la cultura conservatrice, ma anche un’idea dell’Europa e dell’Occidente ancorati alle loro radici culturali e spirituali, quelle che oggi sono state recise (in fondo è questo che il vicepresidente americano Vance ha indicato, nel discorso di Monaco, come punto di frattura fra Usa e Ue). Pertanto, “quando Giorgia Meloni, in queste ore, raccomanda di scongiurare la frantumazione dell’Occidente si capisce che non ha solo una preoccupazione politica e diplomatica per far fronte alla crisi attuale e agli scossoni di queste ore”. “Lei – insite Socci – che è peraltro una lettrice di Scruton, pare consapevole che, insieme alla doverosa ricucitura del momento, c’è una lunga strada da fare per ricostruire l’identità culturale e spirituale dell’occidente. Peraltro la stessa Meloni è, “un elemento di dialogo e di ricucitura: ha fatto visita al Papa in ospedale, cosa davvero insolita (probabilmente lo ha aggiornato sulla situazione internazionale e lui le ha affidato le sue raccomandazioni per la pace). Poi in queste ore ha parlato con Trump (anche con lui ha un rapporto personale di stima) e in seguito con tutti i leader dei governi europei.
Un simile filo diretto con il Papa, con Trump e con i leader europei è prezioso, soprattutto per far tacere prima possibile i cannoni. Ma anche per cominciare a dare voce a quell’idea dell’occidente che la nostra grande cultura (compresi Eliot e Scruton) ha delineato. Dopo i decenni della destrutturazione e del declino dell’Occidente e dell’Europa ora è arrivato il momento della ricostruzione.
DOMENICO BONVEGNA
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