L’INTERVENTO: UN RICORDO CHE DIVENTA LEZIONE PER I GIOVANI DI OGGI

Da qualche anno cerco di partecipare come atto di testimonianza alla manifestazione che viene organizzata puntualmente dai giovani di “Destra” piemontese per la Giornata del Ricordo. Anche quest’anno il gruppo di Raffaele Marascio consigliere comunale di Fratelli d’Italia della Circoscrizione 4 di Torino, con la partecipazione quest’anno del giovane europarlamentare Giovanni Crosetto, Roberto Ravello, consigliere regionale, la senatrice Paola Ambrogio, tutti di fratelli d’Italia. Nonostante la pioggia e il freddo eravamo presenti in tanti.

La fiaccolata con lo striscione “Io non scordo”, dopo aver attraversato una parte di Corso Svizzera, si è conclusa nel solito giardino comunale, “Dispersi sul fronte russo”. Qui dopo un breve saluto dei politici, ha svolto un breve intervento Cristina Chenda, Rappresentante del Piemonte per la Lega Nazionale Trieste, associazione che gestisce la foiba di Basovizza, brutalmente deturpata in questi giorni da anonimi compagni che magari “sbagliano”. Chenda ha raccontato quello che i suoi parenti hanno subito la tragedia delle foibe. Tra l’altro ha detto di essere una ricercatrice e studiosa del fenomeno che si è sviluppato nelle regioni giuliane dalmate istriane tra il 1943-45. Quindi frequenta biblioteche, centri studi, Fondazioni e questo è importante perché significa che intende fare Storia documentata e non per sentito dire. A proposito per quanto riguarda la ricerca storica, per chi è interessato trovate nel mio blog, studi ben documentati sulle Foibe. In particolare vi segnalo il libro di Gaetano La Perna, «Pola – Istria – Fiume, 1943-1945. La lenta agonia di un lembo d’Italia», pubblicato dalla casa editrice Mursia nel 1993 (478 pagine , comprese le appendici)

Si tratta di un contributo storico, costruito con competenza e determinazione, ben documentato con precise descrizioni, con riferimenti a fonti precise e serie. Non vorrei esagerare, ma credo di aver letto il libro più completo su questo argomento. Anche se non è facile uno studio completo ed esaustivo sul groviglio di quegli avvenimenti storici. L’autore ne è consapevole, infatti scrive: «l’elenco delle foibe istriane fin qui nominate, nelle quali furono fatti precipitare i corpi martoriati di tanti infelici, non è certamente completo [..] Studi e ricerche per giungere alla compilazione di elenchi ufficiali, completi e attendibili, delle foibe, delle cave, delle fosse comuni usate nei vari periodi dagli slavi come tombe, non risulta che siano mai stati fatti in modo sistematico […]a tutt’oggi – scrive La Perna – non sono noti – almeno a carattere ufficiale – elenchi nominativi completi di tutte le vittime del genocidio slavo […]».

Naturalmente negli interventi si è stigmatizzato il grave gesto delle scritte ingiuriose in vernice rossa che hanno sfregiato la struttura delle foibe di Basovizza. Un attacco ignobile alla memoria delle vittime delle foibe. Ma anche a Torino c’è stato un atto vandalico alla Targa  commemorativa del Villaggio Santa Caterina, luogo simbolo del ricordo per i profughi istriani, fiumani e dalmati costretti a fuggire dalle terre italiane assegnate alla Jugoslavia comunista dopo la Seconda Guerra Mondiale.

“L’atto vandalico è avvenuto poche ore dopo la fiaccolata degli esuli istriani, organizzata dal comitato Torino Ricorda, a cui hanno preso parte l’assessore regionale all’Emigrazione Maurizio Marrone e la vicecapogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli. Una manifestazione silenziosa e composta, svolta nonostante la pioggia, lungo un percorso che ha toccato i luoghi simbolo della memoria cittadina: dalla targa di corso Cincinnato a via Pirano, fino al Giardino Vittime delle Foibe”. (Torino: vandalizzata la targa per le vittime delle Foibe, 9.2.25, “ilpoliticoweb.it”) Seguo il blog torinese, che ha registrato la reazione immediata e netta della destra istituzionale torinese. Marrone e Montaruli hanno denunciato il gesto come un atto di oltraggio all’intera nazione, sottolineando che “già in passato a Torino avevano distrutto le targhe in memoria delle Foibe a colpi di martello. Ci riprovano quest’anno scimmiottando i loro compagni di Trieste. La vernice però non potrà mai cancellare il ricordo delle Foibe”. Intanto il blog sottolinea il silenzio imbarazzante, accade troppo spesso, il silenzio della sinistra e della grande stampa progressista su questo ennesimo attacco alla memoria è assordante. Chi si indigna per ogni minima scritta su altri simboli, oggi tace davanti a un attacco a una tragedia nazionale riconosciuta dallo Stato italiano. Del resto non c’è da meravigliarsi visto che i loro padri (il PCI e la cosiddetta cultura ufficiale di Stato)) per oltre cinquant’anni hanno tenuto nascosto questo assassinio collettivo perpetrato dalle bande partigiane comuniste slave del maresciallo Tito. Basterebbe solo questo per non dare nessun credito a questi signori.

DOMENICO BONVEGNA

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