Faccio mie le riflessioni su Sergio Mattarella di Stefano Fontana, apparse in un editoriale de Lanuovabq.it di ieri. E soprattutto li dedico a chi si illude (ce ne sono tanti nel centrodestra) che il nostro (?) presidente si comporta come un arbitro, uno al di sopra delle parti. Assolutamente falso, Mattarella non è e non sarà mai un personaggio neutro.
Pertanto Mattarella, «Davanti ad un Conte ter così congegnato egli non può dire di no. Certamente farà prima di tutto riferimento alle regole procedurali: il Presidente prima di sciogliere le Camere deve appurare se in Parlamento esista un’altra maggioranza». (S. Fontana, Prigionieri di Mattarella e Conte, 29.1.21, Lanuovabq.it)
Ma il vero motivo del suo assenso a Conte e a chi rappresenta oggi la sinistra, è che «Mattarella è Mattarella, l’uomo politico della vecchia sinistra democristiana, il democristiano progressista dal doppio petto e dai modi garbati ma ideologicamente freddo e inflessibile, l’ideologo dossettiano dell’assolutezza della Costituzione, il teorico delle istituzioni come luogo in cui i cattolici devono cessare di essere cattolici, colui che non consegnerà mai il Paese ai cosiddetti sovranisti e populisti, costi quello che costi».
Del resto questo lo si percepisce da come tutti gli esponenti politici di sinistra, ma anche tanto giornalismo sinistro fa sempre riferimento al capo dello Stato (con tre esse), come se fosse un demiurgo in terra.
Attenzione, Mattarella non è uno venuto da Marte, aveva tentato di ricostruire la sua parabola politica, Marcello Veneziani in un articolo su Panorama, attribuendo la sua elezione presidenziale, a un “gioco di prestigio” a Matteo Renzi. «Mattarella era una figura minore della prima repubblica, un gregario della corrente demitiana, aveva qualche notorietà perché proveniva dalla Famiglia Mattarella, figlio di quel Bernardo e soprattutto fratello di quel Piersanti ucciso dalla mafia […] Mentre il suo capocorrente Ciriaco De Mita diventava sindaco di Nusco, l’affiliato siculo diventava Presidente della Repubblica». (M. Veneziani, Il silenzio tombale di Mattarella, n.20, Panorama).
Ecco chi è Mattarella, uno che, «non parla ma sibila, non si muove ma fruscia; il capo dello statico. I suoi primi messaggi tavor di fine anno narcotizzavano gli italiani che dopo averlo sentito non aspettavano nemmeno la mezzanotte perché cadevano nel sonno […]». Intanto la vita politica italiana va avanti, accadono due imprevisti: «il crollo verticale di Renzi e la calata dei barbari, incapaci e ignoranti al potere. A quel punto Mattarella è apparso al paragone un eccelso statista, un illuminato giurista, un gigante della repubblica, quasi un messia».
Infine ritornando al pezzo di Fontana. Lo studioso cattolico, allarga l’orizzonte politico. E’ convinto che Conte, educato dal cardinale Silvestrini, con una nuova eventuale maggioranza politica (anche risicata) ce la possa fare. Soprattutto, «con un nuovo partito cattolico progressista che non stoppi leggi come la legge Zan, che non metta in discussione Unione Europea e Biden, che non chiuda i porti nemmeno in caso di peste bubbonica, che continui a dare regole alla Chiesa su come celebrare messe e sacramenti, che imponga a tutti il vaccino e il controllo sociale che ne deriva … beh, questo va benissimo», a Mattarella e soci.
DOMENICO BONVEGNA
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