Messina – Il risultato delle urne, del giugno 2018, ha prodotto la strana condizione di un Sindaco eletto senza però una maggioranza, anzi con la presenza in Consiglio Comunale dei soli raggruppamenti sconfitti. Una situazione che avrebbe consentito al civico consesso di esercitare uno straordinario ruolo di controllo.
Il centrodestra, di Bramanti e Genovese, ha, però, ormai deciso di sostenere apertamente l’amministrazione De Luca, tornato nel suo alveo naturale fuori dall’ipocrisia del presunto civismo anticasta.
Dentro questo nuovo scenario le altre forze presenti nel Consiglio Comunale di Messina hanno una grande responsabilità: quella di rappresentare un’ampia fascia di cittadini messinesi che non hanno De Luca votato al primo turno, che al ballottaggio si sono astenuti e soprattutto di rappresentare il dissenso che cresce di fronte alle modalità di governo e ai risultati concreti dell’amministrazione
Se il M5S dal primo momento non ha fatto sconti al primo cittadino, molto più complessa è la situazione del centrosinistra che alle scorse amministrative ha sostenuto, insieme alla nostra forza politica, la candidatura a sindaco di Antonio Saitta. La coalizione si è sostanzialmente liquefatta nei primi mesi dopo le elezioni. Sicilia Futura, incapace di stare fuori dall’area di governo, ha appoggiato sempre più apertamente le scelte di De Luca guadagnandosi il riconoscimento con diverse posizioni nel sottogoverno. Nell’area del PD, il gruppo consiliare “ufficiale” (quello con il simbolo del partito) ha, nei mesi, dopo qualche timidezza iniziale, affinato un’opposizione sempre più decisa, sui contenuti, mirata e capace di evidenziare i limiti dell’amministrazione. Il gruppo consiliare di LiberaMe, composto da iscritti al Partito Democratico, ha, invece, in più di un’occasione agito comportamenti politici ambigui con la malcelata ambizione di “non essere ne’ maggioranza ne’ opposizione”, vagheggiando uno spazio politico che non esiste.
Nel rivolgerci a quello che riteniamo il nostro campo, ritenendo di interpretare l’esigenza di tanti cittadini e di tante soggettività politiche e sociali, affermiamo con convinzione che non è tempo di equilibrismi o attendismi. De Luca ha dispiegato ampiamente il suo stile di governo – fatto di blitz e sceneggiate -, la sua modalità di gestione della macchina amministrativa – riducendone la funzionalità ed esternalizzandone funzioni alle partecipate di sua emanazione – e soprattutto la totale assenza di una visione della città in termini di sviluppo e crescita socio-economica. Nonostante il Sindaco tenti, come nella sua ultima uscita televisiva, arditi percorsi di autoassoluzione presentandosi come una nuova versione di se stesso, è evidente a tutti di che pasta è fatto e cosa rappresenta.
Proprio per questo, non servono tatticismi, serve chiarezza: è il momento di decidere da che parte stare. Se stare dalla parte di De Luca o dalla parte del futuro di Messina. Non sono immaginabili posizioni terze.
Con fatica, nella società messinese, anche grazie alla spinta delle forze sindacali e di tante esperienze civiche, si sta mettendo in moto un percorso di riaggregazione, difficile e complicato. Bisogna rompere gli indugi: offrire anche dai banchi del consiglio comunale un appiglio a chi non vuole vedere morire la città in cui è nato e desidera rimanere.
La nuova fase politica che si è aperta con il governo nazionale M5S-PD-LeU, può offrire la possibilità di allargare ulteriormente il campo anche a livello locale: un’opportunità impensabile fino a qualche mese fa.
È una sfida complessa, certo, ma esistono, nella città di Messina, intelligenze e competenze che possono innescare questo percorso. Serve il coraggio di fare il primo passo.
Domenico Siracusano
Segretario Provinciale
Articolo UNO