“Sono stato dove ci sono le baracche me lo ricordo e ci tornerò percheè vivere in quelle condizioni non è da paese civile non è da 2018”. Così parlò il Ministro Salvini a Messina il 14 agosto 2018…
Nel dettaglio, il leader leghista aggiunse: ”Il sindaco trova nel ministero dell’Interno un alleato nell’opera di sgombero e di dignità e di sistemazione di vivere civile in una città italiana nel 2018. Vivere in quelle condizioni, me lo ricordo ancora, i bimbi in mezzo ai topi non è possibile”.
Chiacchiere al vento.
I fatti successivi hanno dimostrato che il governo leghista (e non è un errore di battitura…) è distante anni luce dal risanamento la cui mancata risoluzione dovrebbe fare riflettere chi ha amministrato la nostra città negli ultimi 30 anni.
Per carità, nessuno mediamente intelligente poteva aspettarsi sensibilità da un esecutivo a trazione nordista che non ha alcun interesse ad elaborare politiche di sviluppo per il meridione. E però, è sempre utile ricordare le promesse non mantenute, le chiacchiere disperse nel vento dello Stretto.
Al di là della fondatezza amministrativa delle richiesta dello stato di emergenza, l’unico vero dubbio è se sia maggiormente inadempiente il governo nazionale o quello regionale. Per il resto una sola certezza: le baracche sono ancora dove sono sempre state.
Sia chiaro: alibi per nessuno, compresa l’amministrazione comunale che non è riuscita ad andare oltre un crono programma che ha avuto l’ulteriore conseguenza di regalare l’ennesima illusione ai messinesi, tradita dall’assenza di fatti concreti.
Nel ruolo di consigliere comunale, sprovvisto di alternative amministrative, posso solo inchiodare alle proprie responsabilità i protagonisti (negativi) della vicenda. Per questa ragione, unitamente ad altri colleghi, ho chiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario alla presenza dell’assessore regionale Falcone, uno dei tanti che questa estate aveva speso tante parole sul risanamento.
E considerato che questo consiglio comunale è particolarmente sensibile ai problemi cittadini, sono convinto che se non si avranno riscontri concreti entro un ragionevole lasso di tempo, la liquidazione della Arisme, azienda speciale appositamente costituita per il risanamento, sarà presto posta all’ordine del giorno del civico consesso. In assenza dei necessari strumenti operativi, non ci sarebbe alcun motivo di mantenere in vita un inutile carrozzone.
Ministro Salvini, nel frattempo, tra un giubbotto e l’altro, si guardi allo specchio e, pensando a Messina ed alle sue baracche, arrossisca di vergogna.
Con animo sereno
#primaibaraccatimessinesi
Massimo Rizzo