Magnifico Rettore della Università degli Studi di Messina,
Chiar.mo prof. S. Cuzzocrea,
Caro Salvatore,
Messina è scivolata all’ultimo posto nella classifica Censis sui grandi Atenei.
Anche io diffido di queste graduatorie.
Oserei dire – non per partito preso – che diffido.
Non credo, insomma, che una analisi su strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio e interventi in favore degli studenti, livello di internazionalizzazione, comunicazione e servizi digitali, occupabilità conduca effettivamente a questo risultato.
Tuttavia, non si può non registrare – come campanello di allarme – il dato e, sommessamente, ritengo che non si può non sostenere – con responsabilità – la nostra Università nel recupero di una immagine offuscata.
Peraltro, non si tratta di maquillage quanto di diffuso macro interesse – in particolare – per messinesi, siciliani e calabresi che ostentano, oserei dire con fierezza curricolare, tra i loro titoli la laurea in antica e gloriosa Università, distintasi nel panorama della comunità scientifica per ricerca e didattica in numerosi segmenti disciplinari.
Immagino che sia utile, fors’anche necessario, precisare (nel senso di puntualizzare e garantire) che i criteri presi in esame – ancorché fossero corretti quanto a criticità strutturali e/o logistiche e/o promozionali – non incidono sullo standard formativo offerto agli studenti … studenti accompagnati nel loro percorso di studi da docenti che nelle varie discipline – avuto riguardo già ai loro approfondenti e alle loro pubblicazioni – sono apprezzati a livello nazionale e internazionale.
Sarebbe, in tal senso, apprezzabile intervenire (efficacemente) con un documento condiviso in seno al Senato accademico nel quale di dipartimento in dipartimento si evidenzino, senza autoreferenzialità, eccellenze e potenzialità negli insegnamenti.
Sarebbe, altresì, auspicabile che la tenuta e la difesa della “nostra” Università sia questione non sottovaluta da alcuna Istituzione se è vero … come è vero … che Messina nel cuore del Mediterraneo è anzitutto città, centro e produzione del sapere a fondamento di sviluppo, crescita, elevazione socio-culturale-economica. D’altronde, questa consapevolezza si arguiva nella intervista in cui all’indomani della proclamazione si attestava “Messina città universitaria, questo l’obiettivo del mio rettorato”.
Ciò attiene ad una visione (ed una missione) che chiama in causa altri attori se non altro perché il contesto territoriale di enti locali, imprese e intraprese non può tirarsi fuori da giudizi e pregiudizi sulla capacità di arginare la emorragia di cervelli in fuga e di generare futuro. Questa chiamata interpella la testa e non la pancia della polis.
Emilio Fragale