Invisibili e dimenticati, sono i lavoratori stagionali del Commercio, Turismo e servizi. La Fisascat Cisl rilancia l’allarme per la provincia di Messina…
«A Taormina e nell’intero comprensorio stiamo andando incontro all’inverno più difficile degli ultimi 50 anni. Ci sono tante famiglie che rischiano la povertà. Dov’è lo Stato?». A chiederlo sono i lavoratori stagionali del turismo e del commercio del comprensorio di Taormina attraverso i rappresentanti della Fisascat Cisl di Messina, Salvatore d’Agostino e Pancrazio Di Leo che lanciano un altro monito sulla «drammatica situazione di quelli che possiamo definire lavoratori invisibili per il Governo nazionale e per quello Regione. Già lo scorso anno avevamo preannunciato quali sarebbero state le condizioni di grande difficoltà dei lavoratori che avevano terminato la Naspi a dicembre o gennaio. Poi è arrivata anche l’emergenza Covid e ora migliaia di persone e le loro famiglie sono in miseria. Molti lavoratori stagionali non sono stati chiamati in servizio quest’estate e, adesso, il 60% di quelli che hanno avuto la fortuna di lavorare ha terminato. Anche per loro sarà un lunghissimo inverno senza alcun salario e senza alcun sussidio. Come farà chi ha lavorato soltanto per un breve periodo con contratti corti, rinnovati a seconda dei flussi nelle strutture? E come farà chi non ha potuto lavorare neanche per un giorno?», si domandano Salvatore d’Agostino e Pancrazio Di Leo.
La Fisascat Cisl chiede che si attuino gli strumenti normativi atti a consentire ai lavoratori di superare la crisi e avere la possibilità di un posto di lavoro per il futuro. «I problemi degli stagionali del settore Commercio e Turismo non si risolvono con la miseria 600 euro di bonus e senza la possibilità di un lavoro, né senza la revisione della Naspi. I lavoratori oggi si trovano scoperti per 2 anni di contributi e penalizzati per la copertura contributiva ai fini pensionistici, non hanno nessuna copertura figurativa, per effetto di quella che riteniamo la grande “vergogna” della riforma Naspi” che come Fisascat e Cisl abbiamo sempre criticato sin dall’inizio».
Chi avrà i 63 anni non ha la possibilità di accedere alla pensione “Ape Social” considerando i vincoli restrittivi come quello, impossibile soddisfare in presenza di Covid-19, che prevede per i lavoratori disoccupati «il rapporto di lavoro cessato a seguito di un contratto a termine e se hanno alle spalle almeno 18 mesi di contratti negli ultimi 3 anni».
Sino a oggi, ricorda inoltre la Fisascat, i lavoratori non hanno preso nessun bonus né da parte del Governo né dalla Regione Sicilia per i mesi di giugno e luglio e il bonus nazionale di maggio è arrivato il 15 luglio. «I lavoratori del Commercio non vengono considerati e le piccole attività sono state massacrate, la grande distribuzione ha aumentato le vendite ma le piccole botteghe soffrono e in molti casi sono rimaste aperte soltanto con una gestione familiare. C’è un’assenza totale ed un silenzio assordante del governo nazionale e di quello regionale. Non permetteremo che i lavoratori stagionali del Commercio e Turismo vengano considerati come degli invisibili e vengano abbandonati al proprio destino e condannati a diventare i nuovi poveri».