«Realizzare un accesso separato ed individuare un’area diversa sfruttando i numerosi reparti lasciati abbandonati»
Messina. Individuare un’area di accesso Covid-19 separata e mantenere il Pronto Soccorso Generale dell’Ospedale Piemonte. A chiederlo è la Cisl di Messina, insieme alle Federazione del Pubblico Impiego e dei Medici che hanno scritto ai direttori generali di Asp, Papardo, Irccs-
Piemonte e all’assessore regionale alla Salute per evidenziare le criticità dell’espansione dell’emergenza Coronavirus e la nascita dei Centri Covid.
«La scelta di trasformare l’Ospedale Piemonte in CoVid Hospital metterebbe i sigilli al Pronto Soccorso costringendo gli utenti cittadini a corse sfrenate verso quelli del Policlinico e del Papardo – hanno sottolineato il segretario generale della Cisl Messina Antonino Alibrandi, la segretaria organizzativa della Cisl Fp Giovanna Bicchieri e il segretario generale della Cisl Medici Gianplacido De Luca – è necessario, invece, individuare una soluzione per mantenere il Pronto Soccorso del Piemonte determinando una diversa area interamente dedicata al CoVid-19 sfruttando i numerosi reparti lasciati abbandonati, anche in un’ottica di espansione futura».
La Cisl, la Cisl Fp e la Cisl Medici propongono di riutilizzare le strutture dell’Asp da decenni abbandonate, come l’ex Ospedale Margherita «che potrebbe tornare finalmente in vita, anche attraverso eventuali forme di contribuzione in termini di edilizia sanitaria, lasciando un’eredità importante nella Città Metropolitana» assecondando anche l’esigenza di reperire, nel più breve tempo possibile, posti letto attrezzati da destinare ai pazienti CoVid-19. A Sant’Agata Militello, per esempio, stranamente non ci si è premurati di assicurare la persistenza del Pronto Soccorso, che rischiava di divenire anch’esso, interamente Covid Hospital, sottraendo all’intera popolazione nebroidea e l’intervento della Cisl ha consentito di preservare le unità operative fondamentali per le primarie necessità assistenziali e circoscrivendo l’area Covid-19 esclusivamente a due reparti.
«Siamo consapevoli che, da qui a qualche giorno, ci si potrebbe ritrovare inconsapevolmente dinanzi a una emergenza sanitaria senza precedenti per la nostra città. Rilevante diventa, quindi, anche il ricorso alle strutture della Sanità privata, oggi quasi del tutto deserte e con il rischio serio di dovere ricorrere ad ogni possibile tipologia di ammortizzatore sociale per assicurare una più o meno equa misura di sostentamento ai lavoratori assunti presso le stesse».
Per il sindacato, gli interventi finalizzati alla implementazione dei posti letto devono tenere il più possibile conto della struttura sanitaria nella quale si intende collocare i pazienti CoVid, per garantire la gestione oculata dei percorsi differenziati e dei protocolli di sicurezza aziendale.
«Contestualmente all’attivazione dei Centri CoVid-19 – aggiungono – è necessario garantire la salute di tutto il personale sanitario che non può e non deve assolutamente essere assegnato ai reparti CoVid-19, in assenza o in carenza dei necessari dispositivi di protezione adatti ad evitare il loro contagio e la contaminazione dei familiari e dell’intera collettività».