Messina – Nel corso dell’ultima importante mareggiata (Febbraio 2023) le onde hanno distrutto parte della struttura posta a difesa del litorale oltre che danneggiato ulteriori abitazioni e proprietà, che vanno ad aggiungersi a quelle già distrutte nel corso degli ultimi anni, cosa che ha contribuito all’aggravarsi dello stato dei luoghi e del danno economico dei residenti.
A oggi il tratto di litorale in oggetto è stato interessato, in parte, da un fenomeno di ripascimento naturale, ma non in tutta la sua estensione e non tale da contrastare il fenomeno erosivo e garantire la sicurezza delle abitazioni e dei residenti del luogo, tant’è che rimangono ancora delle zone a notevole rischio. Un’attenzione particolare va data anche alla zona a Nord del torrente Galati Marina interessata anch’essa da un grave e progressivo processo erosivo, già, avviatosi negli anni precedenti mettendo sempre più a rischio le abitazioni antistanti la costa totalmente esposta ai marosi ed in attesa, da tempo, dell’avvio di messa in sicurezza e per la quale vi sarebbe un progetto esecutivo.
Già nel Febbraio 2023 si parlava di un intervento di 1.700.000,00 per il ripristino dei pennelli esistenti e danneggiati oltre che il rafforzamento della struttura con la costruzione di nuovi, ma ancora nulla si è mosso in attesa che gli enti preposti procedano a stanziare le somme opportune.
Sembra che nei giorni scorsi vi sia stato un sopralluogo della protezione civile al fine di valutare le necessità del luogo, pertanto ci chiediamo cos’avranno mai deciso e soprattutto quali saranno i tempi di realizzazione degli interventi necessari.
A quasi due anni dagli eventi e dalle promesse nulla è stato fatto se non un precedente sopralluogo delle varie autorità (ivi compresa la protezione civile) ed un intervento, in emergenza e palliativo (non risolutivo), a opera del Comune di Messina.
Il Comitato “Salviamo Galati Marina”, facendosi portavoce dei residenti, continua a voler evidenziare la necessità di procedere in urgenza alla programmazione di somme da destinare agli interventi previsti, ribadendo lo stato di emergenza e la necessità di celerità negli iter burocratici/procedurali e di accelerazione dei tempi di realizzazione dell’opera viste le condizioni vigenti sul territorio suddetto che potrebbero essere ulteriormente appesantite dall’avvento della stagione autunnale.
Vogliamo, infine, ricordare che si era detto che la messa in sicurezza definitiva si sarebbe conclusa entro fine anno 2023, cosa evidentemente ben lontana dalla realtà.