Milano – Emergenza abitativa. Nasce la prima coprogrammazione congiunta fra gli Assessorati al Welfare e alla Casa, 300 alloggi pubblici a disposizione

Milano – Per affrontare il tema dell’emergenza abitativa costruendo soluzioni condivise e superando la frammentazione, nasce il primo esperimento di coprogrammazione che vedrà il coinvolgimento di due assessorati, Casa e Welfare, del Terzo settore e degli enti pubblici che si candideranno a partecipare. 

Il dispositivo, approvato dalla Giunta con una delibera e presentato oggi nell’ambito del Forum del Welfare, ha il primo obiettivo di definire modalità congiunte di individuazione del bisogno e presa in carico per poi mettere a sistema l’offerta abitativa resa disponibile tra diversi soggetti, a partire da un patrimonio di circa 300 alloggi pubblici, cui si aggiungeranno alcuni beni confiscati alle mafie e quelli eventualmente messi a disposizione dal Terzo settore, per rispondere alla domanda abitativa di fasce della popolazione a basso reddito e di chi vive in condizione di fragilità sociale.

“Parte da qui – dichiara l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé – un lavoro congiunto tra Casa e Welfare per concordare strategie condivise e iter di lavoro che consentiranno non solo di definire criteri congiunti per intercettare il disagio abitativo, ma anche di gestire insieme, superando la logica dei silos, centinaia di alloggi che verranno messi a disposizione sia dal pubblico – nei condomini popolari misti e all’interno dei beni confiscati assegnati al Comune di Milano – che dal privato. Un sistema sinergico per individuare soluzioni e percorsi adeguati ad accompagnare le persone verso l’autonomia, garantendo in questo modo l’effettiva transitorietà e la circolazione delle risorse abitative. Si tratta, inoltre, di un’occasione unica per valorizzare, con un piano alternativo alla vendita, gli alloggi sfitti e da riqualificare del patrimonio comunale”.

La coprogrammazione verrà sviluppata attraverso un avviso pubblico che verrà lanciato nelle prossime settimane e che, nella prima fase, coinvolgerà i soggetti partecipanti nell’identificazione dei criteri e delle modalità per l’individuazione dei beneficiari. Una volta stabilite le regole, si passerà alla gestione del patrimonio di alloggi a disposizione del progetto che verranno dedicati a diversi tipi di accoglienza e di locazione a canoni accessibili.

Il target saranno i cittadini e le cittadine che, pur non avendo i requisiti per l’accesso alla casa popolare, non possono sostenere i costi del mercato privato o gli utenti in carico ai servizi sociali che, pur essendo in grado di provvedere ai propri bisogni primari, attraversano un momento di difficoltà di tipo socio-economico. Il percorso di amministrazione condivisa che verrà intrapreso servirà quindi a mettere in piedi una rete di enti che lavorano sul territorio in questa direzione, con una forte regia pubblica.