L’esperienza di #Riace multietnica ha avuto il merito di sconfessare l’ipocrisia di giornalisti e maîtres à penser che avevano innalzato il simulacro per esaltare una visione del mondo che esclude le #dignità_nazionali e deride il valore di #Patria.
Certo le contaminazioni potrebbero arricchire il confronto tra popoli e regalare momenti di solidarietà ma su questo piano#Benito_Mussolini è stato lucido nell’esprimere un concetto mirabile quando profferì: “La scienza moderna è riuscita a moltiplicare le possibilità della ricchezza; la scienza, controllata e pungolata dalla volontà dello spirito, deve risolvere l’altro problema: il problema della distribuzione della ricchezza in modo che non si verifichi più l’evento illogico, paradossale e al tempo stesso crudele, della miseria in mezzo all’abbondanza.”.
Tuttavia lo #scenario_attuale, cosparso di finzioni e foschie, intende rappresentare ed imporre una dimensione virtuale in cui in cui si oscura il senso dì realtà. I calabresi di Riace hanno scoperchiato l’imbroglio e hanno decretato il fallimento di un modello che arricchiva pochi e disseminava germi di confusione sociale e morale.
La #solidarietà autentica si costruisce, invece, su quel principio #keynesiano espresso da Mussolini in cui il bello era un valore condiviso come senso comunitario ed il #bello condiviso era dettato dalla #sostenibilità di un progetto che deve guardare anche il bene di molti, anche italiani, ragionevolmente e senza preconcetti unilaterali ma col bisogno di realizzare armonie e non conflitti. Riace con i suoi cittadini-elettori ha scelto un’alternativa credibile negando a #Lucano di essere eletto in consiglio comunale, seppur testimone di un’idea mal digerita e realizzata peggio. Sì da riconoscere il valore della solidarietà che è esistenziale o non è, o è condiviso o non è. Per Lucano, invece, era solo un affare ideologico, gestito con disinvoltura.