Messina – La magistratura è soggetta soltanto alla legge ha ricordato appena ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrando al Quirinale i referendari di nuova nomina della Corte dei Conti. E il giudice messinese Nunzio De Salvo, appena entrato a far parte del Tribunale di Messina, nella Seconda sezione penale, proveniente dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, questo principio l’osserva da sempre scrupolosamente.
E mentre sui giornali nazionali e in tante trasmissioni televisive c’è la consueta bagarre tra Politica e Magistratura, si riparla del giusto processo e dei diritti calpestati. Con i metodi di sempre: pressapochismo, insufficienza di documentazione, diffusa superficialità. Che si viva in un Paese garantista non è poi cosa da nulla. Il tatticismo non porta lontano per un pugno di ascolti. Tutto questo frulla nella memoria di questo umile cronista nel rivisitare storie, uomini e delitti quasi fosse un percorso di vita fatto di curve e di ponti che deviano il corso della verità. Gli anni passano e noi invecchiamo…e poi ci sono ragioni di stanchezza. Ci si sfibra. Certo che noi vogliamo la giustizia, la vogliamo eccome.
I poblemi di questa nostra città sono immensi e, per quanto più da vicino ci riguarda, i problemi del contrasto a ogni forma di crimine, impegnano l’ordine giudiziario, la struttura amministrativa che lo sorregge, le forze dell’ordine operanti nel territorio. Ma non ci si illuda che, l’attività della Giustizia che è solo repressiva, valga da sola a risolvere le situazioni, dissolvere “l’umus” nel quale il crimine matura. Con tutti i suoi insidiosi corollari di servilismo, furbizie, favoritismi, piccole angherie, omertà e quant’altro; la corruzione nelle sue multiformi manifestazioni, sono fenomeni di ben più vasta portata, che dovrebbero impegnare con serietà, lealtà e costante preoccupazione l’intero tessuto sociale, con in testa che è preposto a responsabilità politiche, a incarichi amministrativi, operativi, informativi e pastorali… Insomma, una società è democratica nella misura in cui è fatta di individui liberi, la cui libertà ha come elemento di confronto, il rispetto della libertà altrui.
E nel frattempo il giudice De Salvo ha preso servizio questa mattina con una cerimonia d’insediamento che ha visto presenti il vertice del Tribunale e molti dei suoi colleghi.
Chi ha condiviso stanze di vita quotidiana con lui lo descrivono come un esempio di preparazione, di esperienza e di equilibrio, doti che, notano, esprime senza farle pesare. Studente modello alla Facoltà di Giurisprudenza, allievo del compianto Prof. Vincenzo Scalisi, emerito dell’Università di Messina, già ordinario di Istituzioni di Diritto Civile e di Diritto Privato, e vincitore di un dottorato di ricerca in Diritto privato europeo è entrato in Magistratura nel 2015 e nel novembre 2017 ha preso servizio alla Procura di Reggio dove si è occupato di molteplici inchieste riguardanti soprattutto le fasce deboli e i cosiddetti Codice rosso.
E per chiudere la storia un pensiero personale al Nunzio De Salvo uomo di sport, calciatore di granclasse. Un pensiero all’atleta che non si ferma mai, sempre alla ricerca del ruolo giusto nel campo di gioco dove accampare le idee e dove appendere i propri sogni ad asciugare, bagnati dalla pioggia della realtà. L’ambiente che circonda il calcio di periferia è difficile, inquieto, spesso senza regole, senza controlli. Ci sono troppi profittatori, troppi maneggioni, troppi genitori che vogliono i figli fenomeni prima che felici. La mancanza di educazione, l’assenza di esempi positivi crea atleti senza alcun valore e tifosi beceri e violenti. I ragazzi signor giudice non possono cambiare il mondo del calcio però lei è un grande esempio per chi ama lo sport e il vivere civile e questo è sempre un buon punto di partenza. In fondo questo è il mio omaggio a un Paese pulito con i calzettoni abbassati e la maglia bagnata dal sudore della fatica. Non è un rimpianto è un suggerimento.