Nell’ambito dell’operazione “Mensa dei poveri”, finanzieri del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Milano e della Compagnia Busto Arsizio stanno eseguendo, nella provincia di Varese, un’ordinanza con la quale il GIP del Tribunale di Milano ha applicato a ulteriori 3 persone le misure cautelari personali della custodia in carcere, per una di esse, e degli arresti domiciliari, per le restanti due.
Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, coi colleghi di Busto Arsizio, ha arrestato l’ex eurodeputata di FI Lara Comi, l’ad dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni, entrambi ai domiciliari, e il dg di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale (in carcere). In un filone dell’indagine ‘Mensa dei Poveri’ l’ordinanza è stata firmata dal gip Raffaella Mascarino e chiesta dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri per accuse, a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa.
“Oggi io dirò che non ho mai preso 17K non ho mai avuto consulenze con Afol né a società a me collegate che non esistono … Se mi chiedono perché dicono questo posso dire che eri tu che facevi loro consulenza”. Così Lara Comi in una conversazione intercettata mentre parla con l’avvocato Bergamaschi, sua collaboratrice, fa riferimento a 17 mila euro che avrebbe ottenuto da Afol. La conversazione del 9 maggio, dopo che il suo nome era emerso nella maxi indagine, si trova nell’ ordinanza cautelare.
“Nonostante la giovane età, Lara Comi ha mostrato nei fatti una non comune esperienza nel fare ricorso ai diversi, collaudati schemi criminosi volti a fornire una parvenza legale al pagamento di tangenti, alla sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche e all’incameramento di finanziamento illeciti”. E’ scritto nel’ordinanza di custodia cautelare che ha portato l’ex europarlamentare agli arresti domiciliari.
Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano e dalla Compagnia di Busto Arsizio, dopo l’esecuzione di 43 provvedimenti di limitazione della libertà personale eseguiti il 7 maggio 2019, hanno fatto emergere ulteriori delitti di corruzione, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e illecito finanziamento ai partiti e ai politici, realizzato da amministratori locali, imprese e professionisti a vario titolo coinvolti nell’indebito drenaggio di risorse pubbliche di società e/o enti a partecipazione pubblica.
Strumentali al raggiungimento di detti scopi illeciti si sono rivelati il ricorso a false fatturazioni tra imprese, l’attribuzione – da parte di società pubbliche – di incarichi di consulenza fittizi o inutili o solo formali, a fattor comune utilizzati per occultare il pagamento del prezzo della corruzione per ottenere favori nelle procedure amministrative.
La parte odierna dell’indagine, relativa a vicende accertate, in collaborazione tra i due Reparti delle Fiamme Gialle, in epoca successiva agli arresti del 7 maggio scorso, riguarda:
- fatti corruttivi tesi a far ottenere:
- (1) a un imprenditore varesino il cambio di destinazione urbanistica di un’importante area, da industriale a commerciale, nell’ambito della variante generale al Piano di Governo del Territorio di un Comune del varesotto in fase di approntamento, per potervi edificare un’attività commerciale;
- (2) a professionisti e imprese compiacenti fittizi incarichi di consulenza, conferiti da società a partecipazione pubblica, in cambio della successiva retrocessione agli indagati di parte del corrispettivo incassato a fronte dell’incarico stesso;
- truffa ai danni del bilancio dell’Unione Europea in relazione a fittizi contratti stipulati per mansioni di collaborazione con spese a carico del Parlamento Europeo, al fine di creare surrettizie provviste di denaro a favore degli indagati mediante la retrocessione di una quota parte del corrispettivo liquidato;
- illeciti finanziamenti erogati da un imprenditore bresciano a un candidato alle elezioni europee del 26 maggio 2019;
- emissione di fatture false, allo scopo di occultare i predetti reati.
I provvedimenti in questione sono stati eseguiti nei confronti di:
- un imprenditore varesino della grande distribuzione, Consigliere Comunale di un comune della provincia di Varese – arresti domiciliari;
- una libera professionista saronnese – arresti domiciliari;
- un dirigente di un’azienda consortile milanese a partecipazione pubblica, accreditata presso Regione Lombardia per i servizi per il lavoro e per la formazione – in carcere.
L’operazione di servizio condotta dalle Fiamme Gialle sotto l’egida dell’Autorità Giudiziaria milanese, conferma il costante impegno delle Istituzioni nel contrasto alla corruzione e alle truffe in danno del bilancio dell’Unione Europea, insidiosi fenomeni che, alterando le regole della sana competizione tra imprese, danneggiano gli onesti e fanno aumentare i costi dei servizi pubblici. Contrastare tali delitti significa, pertanto, non solo affermare la meritocrazia, ma anche rilanciare l’economia ovvero garantire a tutti i cittadini migliori condizioni di vita.