PERCHE SALVINI HA GUADAGNATO TANTI VOTI IN EMILIA ROMAGNA

Dopo la “vittoria” sofferta della Sinistra in Emilia-Romagna, ex feudo incontrastato del Partito Comunista e dei suoi legittimi eredi, anch’io – sebbene “zerovirgola” nel vortice di tante autorevoli voci – voglio proporre ai “cinque amici lettori” alcune personali considerazioni soprattutto intorno all’avanzata della Lega che passa dal 19% al 32%.

 

Tale aumento di voti si deve sicuramente a diversi fattori ma uno resta più impresso nella mente degli “impolitici” come il sottoscritto: la demonizzazione dissennata che s’è voluta imbastire intorno alla persona di Matteo Salvini, presentato come il peggiore reprobo residente sulla faccia del pianeta.

“Bieco essere” è stato definito in una lettera che “Famiglia Cristiana” ha pubblicato il 17-III-2019; “spara a Salvini” hanno scritto sui muri; appeso per i piedi, come il Duce a piazzale Loreto il 29 Aprile 1945, è stato vignettato da alcuni; ugualmente una “giovine” che organizza le “sardine” a Bologna e dintorni per impedire, “democraticamente”, i comizi dei leghisti, lo ha mostrato capovolto con scritto a mo’ di auspicio “Pregate voi che dio [minuscolo] vi ascolta…” e poi ha aggiunto “Avremmo bisogno di un giustiziere sociale…” (“La Verità” 19-XI-2019), immagino volesse dire un sicario per ucciderlo; hanno strillato “Non consegniamo l’Italia a Salvini e ai leghisti” quasi questi fossero non politici con pregi e difetti come tutti gli altri ma un’orda di barbari comandati da Attila e pronti a prendere manu militari le italiche contrade; belle signore conduttrici “imparziali” di dibattiti televisivi, messe in difficoltà, si sono mostrate scomposte in viso quando Salvini le contraddiceva; a me è parso che perfino gli annunciatori dei telegiornali, che dovrebbero essere incolori e inodori, abbiano fatto la loro parte…

Sono convinto, però, che tale dissennatezza infantile alla lunga si sia trasformata in preziosa propaganda non contro ma a favore del “Capitano”. E meno male che lui stesso è corso in aiuto degli avversari emiliani commettendo alcuni errori che gli hanno fatto perdere consensi altrimenti per i post-comunisti bolognesi sarebbe stato un disastro epocale…! Ma, volendo approfondire il discorso sulla vittoria risicata (qualcuno l’ha chiamata “vittoria di Pirro”!) della Sinistra e l’avanzata della Lega, la spiegazione è, insieme alla “demonizzazione” di cui dicevo, quella che andrò di seguito schematizzando; e mi scuso coi “pazienti benevoli lettori” se qua e là ripeto cose che loro mi hanno già sentito dire.

Le élites comuniste italiane, dopo la caduta del Muro di Berlino (9-XI-1989), sono state costrette dagli eventi a rinunciare per sempre in Europa alla “rivoluzione proletaria” ormai obsoleta e improponibile ma a cui, fino al giorno prima, avevano creduto con entusiasmo fideistico nonostante i passati tragici avvertimenti che erano pervenuti dalle storiche rivolte operaie anticomuniste di Berlino (1953), di Budapest (1956) e di Praga (1968) represse nel sangue dai carriarmati sovietici (per l’Ungheria – ero in IV ginnasio e ricordo bene la passione con cui apprendevamo gli appelli di radio Budapest: “Non abbandonateci!”, dicevano all’Occidente – si parlò allora di 40 mila morti!). È dal 1989, quindi, che non si danno pace – loro, i “migliori” e “primi della classe”! – con lacrime e cambi frenetici di nomi e di sigle (Pds, Ds, Pd) e “rifondazioni” alla ricerca di qualcuno che dica “qualcosa di sinistra” o che con questa abbia somiglianza, di qualcosa comunque da “rivoluzionare”, da “difendere” o da “liberare” da un potere che quando non è il loro è sempre “oppressivo”, di una meta da “raggiungere” e “conquistare” al posto della “rossa bandiera” o “rossa primavera” e del “sol dell’avvenire” ormai non più all’orizzonte…; così continuano a inventare e sfruttare il “pericolo” di un fascismo che è finito 75 anni fa con la guerra civile e l’invasione dell’Italia da parte dei vincitori Anglo-Americani, creano odio riesumando perfino un…“fascismo militante” (“Famiglia Cristiana”, 2-II-2020), dove l’aggettivo “militante” farebbe pensare a un regime dittatoriale ancora vivo e vegeto che occorre abbattere con qualsiasi mezzo: cosa che nel 2020 è solo una ridicola menzogna; così tentano di paragonare gli anni Venti del secolo scorso con quelli attuali quando qualche giovane sconsiderato fa il saluto romano!

Fallita, dunque, la rivoluzione “politica”, hanno ripiegato su quella detta “culturale”, targata “1968”; questa, sì, è ancora in pieno esercizio e si propone di rivoluzionare/capovolgere la morale e i costumi ritenuti ormai vecchi, reazionari e – appunto – “fascisti”, come fossero la causa di ogni male in Italia. Tale capovolgimento che qualcuno, con buone ragioni, chiama anche “rivoluzione sessuale”, tocca – ovviamente e soprattutto – Vita e Famiglia, due cose che da sempre hanno costituito i pilastri di ogni società. Ora avviene, però, che proprio su queste due realtà le élites borghesi post-comuniste sono costrette, specie in Italia, a confliggere con una opposizione popolare che, sebbene confusa, al fondo è e rimane pur sempre “cattolica” (“populista” e “sovranista” la chiamano lorsignori con disprezzo); questa, nonostante l’attuale confusione mentale di molti, non si dimostra ancora pronta e corrotta abbastanza per l’accettazione supina e completa della rivoluzione/corruzione “sessuo-culturale” che coloro le vogliono propinare e imporre a qualsiasi costo; tale opposizione, anche se con la sola forza di inerzia, esiste e resiste ostinata soprattutto nel “basso popolo” o “popolo delle periferie” e ogni tanto ripolla e “grilla” come vin buono dalle doghe di una botte, vedi il referendum sulla “legge 40” (2005) rovinosamente perso dalla Sinistra radicale che lo aveva indetto e organizzato (in quella occasione i cattolici definitisi “adulti”, tipo Rosy Bindi e compagnia, corsero a votare invece di astenersi secondo le indicazioni del cardinale Camillo Ruini e dei Vescovi), talora perfino insorge con manifestazioni grandiose come i “dies familiae” (“family day”, 2005, 2007, 2016) con centinaia di migliaia di famiglie spontaneamente accorse a Roma in difesa della Famiglia naturale; a ciò si sono aggiunte negli ultimi anni le elezioni che hanno premiato Lega e Fratelli d’Italia che apertamente dichiarano di difenderla.

Certo, per spiegare l’avanzata della Lega si potranno imbastire grandi discorsi, analisi sociologiche più dettagliate e apportare tanti altri motivi di sicuro superiori ai miei; e magari ha ragione Romano Prodi che si è lasciato sfuggire di bocca “la socialdemocrazia [leggi: il Partito Democratico e compagni] ha perso perché ha preferito privilegiare gli omosessuali e non gli operai” (“Libero” 17-XI-2019).

Ma Salvini che platealmente bacia il Rosario e invoca la Madonna e i Santi e mostra il presepio, ha sicuramente impressionato molti di quelli che, come me “non progressisti”, frequentano le chiese, tengono la Corona in tasca e con essa pregano ogni giorno. Non nego – tutto potendo avvenire nella politica! – che quel gesto piazzaiolo salviniano possa essere un’“astuzia da markiting elettorale per carpire voti di chi abbocca” e davanti al quale “chi ha fede non può che indignarsi” come ha scritto “Famiglia Cristiana” (26-V-2019); tuttavia la mossa plateale di tipo “religioso” di un “ragazzaccio” che fino a qualche anno fa ha frequentato licei e università della città più laica d’Italia, Milano, con “maestri” relativisti o ancora marxisti fuori corso e fuori tempo, liberi di raccontare ai loro ignari studenti favole sul Medio Evo cristiano, sulla Riforma Cattolica, l’Inquisizione, l’Illuminismo, la Rivoluzione Francese, il Risorgimento, etc. etc., un ragazzo che ha respirato la cultura degli snob post-Sessantotto, nutrito a nutella, discoteca e telefonini…, non può non avere impressionato molti come fosse un miracolo; e l’impressione è ancora maggiore se il “gesto” viene raffrontato col silenzio e il timor reverentialis (“rispetto umano” lo chiamava mia mamma!) di molti frequentatori di chiese e sagrestie che hanno paura di dichiararsi cattolici e magari di segnarsi in pubblico la Croce alla fronte: pertanto io concludo che Salvini ha incrementato i voti anche per questi suoi gesti, diciamo, di “religiosità popolare” proprio perché visibili, plateali e magari provocatori che, ostici a qualche monsignore, sono invece graditi a milioni di credenti; insomma, è stato capace di intercettare quel mondo cattolico – chiamiatelo pure “tradizionale” o “tradizionalista” – desideroso di incontrare nell’attuale desertificazione del sacro, qualcuno che finalmente dica in pubblico e proclami qualcosa che almeno sembri… “cattolico”; quel mondo sommerso che è stufo di deputati e senatori “catto-dem” o “catto-comunisti” che prendono voti nelle chiese e, poi, in Parlamento si confondono a vicenda con vani sproloqui e “non compariscono”, direbbe Machiavelli, quando sono da difendere Vita e Famiglia, cioè quei “valori” che Papa Ratzinger ha chiamato “non negoziabili”: si guardi alla vicenda delle “unioni civili” (2017).

Le “massonerie” che dall’alto della “Piramide” comandano i piccoli servitori politici nostrani e a questi suggeriscono come recitare la parte sul palcoscenico, temono il Salvini che possa sfuggirgli di mano e intraprendere una sorta di “contro-marcia” e forse – chissà – cominciare a rendersi conto della lotta da sempre esistente in questo mondo tra le “due Città” di agostiniana memoria e schierarsi e prendere campo.

Incute loro una gran paura, quindi, non tanto il Salvini che, una volta al governo, potrebbe creare problemi alla congrega dei monetieri gallo-germanici che ci comandano da Bruxelles, che è contro lo “ius soli” o la “legge Fornero” o il “reddito di cittadinanza” o il “salva Stati” o che pronuncia parole dure sugli sbarchi pericolosi perché incontrollati nei nostri porti e sulle nostre coste, che è contro i “mercanti di esseri umani” e blocca le navi dei clandestini per cui qualche giudice “primo della classe” vorrebbe denunciarlo e buttarlo in galera o perfino il Matteo maldestro che suona ai citofoni…, quanto, invece, il Salvini che va a Verona al Congresso in difesa della Famiglia naturale (20-III-2019) o alla Madonna di Megjugorje o quello che parla chiaro contro l’eutanasia: “Il suicidio per legge o suicidio di Stato io non lo voto perché la vita è sacra” (“La Verità” 27-IX2019), dove la proposizione “la vita è sacra” mi fa pensare che egli sappia e condanni l’ “olocausto” di quasi 7 (sette) milioni di innocenti uccisi prima di nascere, solo in Italia, per aborto legale (“legge” 194 del 1978); è quello che, se critica appena questa “legge”, viene subito aggredito dalla Sinistra unanime e Cinque Stelle, come è avvenuto di recente (“La Verità”, 18-II-2020); è il Salvini che dice semplicemente – e oggi ci vuole perfino coraggio a pensare le cose più lapalissiane! – che un bambino per nascere e crescere ha bisogno di una mamma-donna e di un papà-uomo, che lancia un appello in difesa dei presepi e della festa del Natale nelle scuole (“Libero” 17-XI-2019), che vuole rimettere i Crocifissi al loro posto, che è contro la droga libera, ovviamente, contro gli spacciatori grandi e piccoli etc. etc….

È questo il Salvini che, secondo me, lorsignori temono di più perché vi vedono segnali inquietanti e minacce future alla loro “dittatura del relativismo” (definizione del card. Ratzinger, 2005) con la quale manovrano , sottomettono e intimidiscono la “opinione pubblica”; così ne escogitano di tutti i colori e, ultimamente, mandano in piazza i “pesciolini” a tenersi per mano e girotondare con “bandiere e trombette” come bambini non cresciuti e sgambettare cantando “bellacciao”; dal loro punto di vista hanno piena ragione di dire che la sua “è la peggiore Destra” apparsa dal 1945 e che, quindi, tenteranno di bloccarlo con le buone o con le cattive magari facendosi benedire da qualche prelato o prete in maglietta rossa e suore confuse in cortei arcobaleno.

Quanto a “Famiglia Cristiana” (Domenica 2-II-2020), che mostra soddisfazione per la “vittoria” del Partito Democratico a Bologna, dico subito che, secondo me, sbaglia perché, nonostante i molti contorcimenti, i postcomunisti restano pur sempre ancorati all’arcaica definizione marxiana “la religione è l’oppio dei popoli”, una frase che, dopo oltre un secolo, qualche anziano nostalgico a Rozzano ama ancora ripetere e che io ho sentito! E difatti quel Partito, su Vita e Famiglia e tutto ciò che discende da questi due pilastri, ha un programma opposto, per diametrum, alla Dottrina della Chiesa.

Peccato che il fu glorioso settimanale dei Padri Paolini non si accorga del pericolo che fa correre ai suoi ultimi lettori insistendo a lisciare i “comunisti” quasi si aspettasse da costoro la conversione dei cuori. Ha cominciato Domenica 17 marzo 2019, con una intervista benevola al Segretario Zingaretti, a cui chiedeva “perché oggi i cattolici dovrebbero votare PD”; e questi, fra le altre cose, ha risposto perché lui è per la scelta “ecologistica in difesa del pianeta come propone Papa Francesco”, dove il riferimento è – ovviamente – alla nota enciclica “Laudato si’” (24-V-2015) del Papa. La risposta sembra bellissima, non c’è che dire! Peccato, per il Segretario, che al paragrafo 120 di quell’enciclica Francesco dica pure parole precise contro l’aborto: “Dal momento che tutto è in relazione, non è neppure comprensibile la difesa della natura con la giustificazione dell’aborto. Non appare praticabile un cammino educativo per l’accoglienza degli esseri deboli che ci circondano […] quando non si dà protezione a un embrione umano benché il suo arrivo sia causa di disagi e difficoltà. Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono”.

Ora è noto che Zingaretti abbia tentato di proibire l’accesso all’ospedale San Camillo di Roma ai medici antiabortisti e obiettori di coscienza (v. “Avvenire” 23-2-2017). Devo supporre che anche il nuovo “vittorioso” governatore della Regione Emilia-Romagna su tale argomento sia in linea col suo Segretario. Com’è possibile che i redattori di “Famiglia Cristiana” siano così giulivi per la “vittoria” dei post-comunisti a Bologna?

Intendiamoci, Salvini non è un “santo” e difficilmente lo potrà diventare, essendo figlio di questa cultura postmoderna, neopagana e nichilista; di santi “politici” contemporanei ne conosco pochissimi: Carlo d’Asburgo, Garcia Moreno… Tuttavia Salvini dice cose che appaiono subito “nuove” e “diverse”! Così, io, vecchio “prof”, nato nella prima metà del secolo scorso, etc. etc., consiglio al nostro “giovine” di fermarsi a studiare e approfondire il fondamentale argomento delle “due Città”, soprattutto di “maturare” come bene gli ha suggerito il cardinale Ruini (“La Verità” 12-XI-2019) affinché si renda conto di che natura è l’Avversario che ha di fronte e contro cui combatte (i vari Zingaretti, Crimi, Di Maio, Renzi, Cirinnà, Scalfarotto… sono semplici comparse di passaggio!), e sappia pure che l’odio nei suoi riguardi aumenterà in misura del suo avvicinarsi alla “Città di Dio”.

Stia quindi in buona guardia: non dica parole al vento; non usi toni che sembrano “aggressivi” poiché la nostra società fluida e mielosa, che non inorridisce per l’ “aggressione” ai bambini prima e dopo la nascita, ha, però, orecchie delicatissime e non sopporta le parole “forti” e che le sembrano “sconvenienti”; non faccia gesti eccessivi come quello dei “citofoni” o promesse impossibili sui migranti: tra “accogliamo tutti” e “accogliamo nessuno” c’è la linea della prudenza e della saggezza, come suggerisce Mons. Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia (“Corriere della sera”, 11-II-2020); e si tenga distante dal desiderio smodato di grandezza, ricordando ogni tanto l’aureo motto latino “sic transit gloria mundi”.

 

Carmelo Bonvegna