Ponte sullo Stretto, le osservazioni delle Associazioni

Le Associazioni Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, LIPU, MAN e WWF Italia, insieme alla “Società dei Territorialisti” ai “Medici per l’Ambiente – ISDE” e ai Comitati “Invece del Ponte” e “No Ponte – Capo Peloro” hanno presentato alla Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente nuove Osservazioni al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina contestando nel metodo e nel merito le integrazioni depositate dalla Stretto di Messina SpA un mese fa in risposta alle richieste della Commissione stessa.

Le oltre 600 pagine delle Osservazioni rafforzano la tesi già ampiamente documentata secondo cui il Ponte sullo Stretto di Messina rimane un progetto dall’impatto ambientale gravissimo e irreversibile, non compensabile né mitigabile. I 39 tecnici ed esperti – molti dei quali accreditati docenti universitari – Il lavoro di analisi prodotto dalla Stretto di Messina SpA contiene un errore eccezionalmente grave, ovvero la totale assenza di una valutazione della somma che i vari impatti connessi alla realizzazione dell’opera producono. L’assenza del cosiddetto “effetto cumulo” rappresenta una palese violazione della normativa vigente, sia comunitaria che nazionale.

La parte della Valutazione d’Incidenza Ambientale (VINCA) relativa alle aree sottoposte a vincoli comunitari perché ricomprese nei siti della Rete Natura2000, su cui già nel 2013 la Commissione VIA si era espressa negativamente, è quella forse dove il numero di analisi parziali, omissive e metodologicamente criticabili, appare più evidente. L’opera non è mitigabile, né – è bene ribadirlo – compensabile.

Del resto, essendo il Ponte un “progetto ideologico”, voluto politicamente, indipendentemente dalla sua utilità e realizzabilità, l’altra palese violazione è relativa alla cosiddetta “opzione zero” che non viene analizzata correttamente, in particolare nel rapporto costi (non solo economici, ma anche ambientali) e benefici tra fare o non fare l’opera. L’opera, dal punto di vista economico, rappresenta un buco nero nei bilanci pubblici visto che il suo costo esatto, dopo essere lievitato ad ogni nuova illustrazione progettuale, resta ad oggi ignoto a tutti.

 

Il tema costi/benefici è puntualmente trattato nelle Osservazioni: per le integrazioni relative ai flussi di traffico merci e passeggeri, si è dimostrato come l’aggiornamento dei flussi di traffico al 2022 non giustifichi la realizzazione del Ponte che, se realizzato, avrebbe come risultato il trasferimento del trasporto via mare sul ferro, lasciando inalterato il trasporto su gomma e quello aereo. Le Osservazioni documentano poi la presenza di faglie sismiche attive nell’area interessata dall’opera. Pesantissimo l’impatto sulla ricchissima biodiversità dell’area, in special modo sull’avifauna.Ancora una volta l’approccio teso a minimizzare i problemi confligge con la realtà delle cose. Il Ponte continua ad essere un’opera non “trasparente” che inutilmente si cerca di far apparire “leggera”, ben inserita nel paesaggio (come i fotomontaggi presentati vorrebbero far credere): un tentativo risibile a fronte del rapporto tra il dimensionamento dell’opera e quella dei luoghi in cui si vorrebbe realizzarla.Le Associazioni ambientaliste e i Comitati ritengono pertanto che la Commissione non potrà che chiudere il procedimento VIA in corso con parere negativo. Qualsiasi prescrizione si volesse ipotizzare, infatti, non potrebbe mai superare l’enorme mole di problemi rilevati che andrebbero comunque risolti in via propedeutica e preventiva rispetto a qualsivoglia autorizzazione.