Secondo il governo le regole ad hoc per impedire i rave party non sono altro che il rispetto delle regole, specifiche e generali (1). E uno pensa: è vero, perché questi raduni non devono rispettare norme di sicurezza, di ordine pubblico e fiscali come tutti gli altri?
Secondo l’Università di Pavia, nella mensa non si mangia il cibo portato da casa, pena intervento del personale che, alla bisogna, potrebbe anche chiamare la forza pubblica. E uno pensa: è vero, le regole ci sono per essere rispettate.
Domanda: siamo sicuri che queste regole siano fatte per bene? Dove “per bene” sta per funzionali a tutta la popolazione, nessuno escluso?
Evidentemente no, visto quel che è accaduto. Vediamo.
I ragazzi dei rave party non solo non danno fastidio a nessuno, ma aiutano anche per la durata del loro raduno, l’economia locale. E poi, quando finiscono la festa, puliscono e rimettono le cose come le hanno trovate. Ma… circolano droghe… né più né meno di quante in piazza Duomo a Milano o a Campo dei Fiori a Roma (quindi il problema non sono le droghe in quel luogo, ma le droghe e la loro circolazione in assoluto). Ma…. la sicurezza,,, considerato il numero di persone che muoiono sul posto di lavoro dove le sicurezze ci dovrebbero essere, e quelle che muoiono per incidenti stradali, dove di presunte sicurezze ce ne sono a iosa… stiamo parlando di bruscolini che probabilmente, considerati e resi legali nella loro specificità, non rappresenterebbero un problema.
All’Università di Pavia sembra che non ci siano posti in cui consumare il proprio cibo. Nei giorni scorsi una ragazza disabile è stata buttata fuori dalla mensa per questo motivo. A nulla sono valse le richieste di non farla uscire visto che la disabile si sentiva male consumando all’esterno… il personale: abbiamo applicato il regolamento (2).
Governo e personale dell’Università di Pavia sarebbero i perfetti cittadini. Peccato che il mondo sia diverso. Una diversità che entrambi non hanno l’ardire di valutare nello specifico e, di conseguenza, intervenire alla bisogna.
Vedremo se questa duplice lezione porterà i legislatori e la direzione dell’Università di Pavia a fare tesoro che non solo non si applicano le regole con l’accetta, ma si cerca di capirle e, nel caso, più presto possibile, cambiarle. Ci sarebbe da capire se “nel caso” è quello che entrambi i nostri “tutori” vogliono. Ma questo è un altro discorso.
Vincenzo Donvito Maxia
1 – i più ruvidi del governo hanno usato la frase “è finita la pacchia”
2 – https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/ciclabile-umana-protesta-ciclisti-1.8270804