Messina – «Questo territorio manca di programmazione, ma manca soprattutto di una visione complessiva. Non c’è la capacità di stare insieme per affrontare le nuove sfide del futuro, soprattutto quelle post Covid». A dirlo, a margine del convegno “Fratelli tutti, l’Enciclica della Speranza”, è stato il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi.
«Abbiamo opportunità come quella rappresentata dal PNRR e ci auguriamo che si possa aprire un dibattito costruttivo in città con tutti gli stakeholder interessati affinché si possa creare sviluppo futuro per la città – ha sottolineano Alibrandi -. È fondamentale recuperare tutte le aree degradate per riqualificarle da un lato ma anche per renderle attrattive e dare opportunità a questo territorio. Bisogna attrarre investimenti, rendere Messina appetibile alla classe imprenditoriale ed ai giovani che sono il futuro della città».
Uscire dallo stato d’emergenza perenne che si respira sul territorio messinese, per la Cisl, si può e si deve. «Non diamo più alibi, a nessuno. Perché il rischio è che oltre il PNRR come struttura economica straordinaria, poi non ci saranno più misure di questa portata quindi l’incapacità di organizzarsi può essere mortale. Bisogna attrarre le somme legate alle riforme e trasformarli in capacità di produrre reddito in futuro. Per questo ritengo che sia sempre più necessario stare insieme, sia importante ripartire da una programmazione reale che guarda allo sviluppo del territorio partendo dalle fragilità che, anno dopo anno, si ripropongono. È sufficiente vedere ciò che è accaduto in questi giorni con un po’ di pioggia. Il disastro è quello di non essere mai pronti per gestire l’emergenza. Andiamo sempre avanti senza una vera programmazione.
E sulla questione che gli enti locali non avrebbero personale numericamente o professionalmente adeguato alla redazione dei progetti da far finanziare, Alibrandi ricorda come «sia un argomento che viene affrontato da tempo già in ambito nazionale. Ma non deve diventare una scusa, noi vogliamo le riforme, dalla Pubblica Amministrazione alla Giustizia, per cercare di integrare gli uffici pubblici con nuovo personale, anche di qualità. Ma questo non può fermare il percorso che deve essere tracciato a livello territoriale».