Messina – Sino a qualche settimana fa De Luca respingeva con forza e arroganza le richieste, che legittimamente giungevano da più parti, di cancellare eventi e concerti che potevano esporre la popolazione messinese a ulteriori rischi di contagio, aggravando la già critica condizione sanitaria.
Soltanto davanti al Decreto Legge del 24 dicembre 2021 n. 221, che ha vietato sino al 31 gennaio gli eventi e i concerti che possono generare assembramenti in spazi aperti, il sindaco, amareggiato e contrariato, ha dovuto sospendere gli eventi natalizi programmati.
Dopo essersi totalmente disinteressato sino a ieri dell’andamento dei contagi – forse perché troppo impegnato nel proprio tour musicale denominato “a modo mio”– valutiamo per nulla credibile la posizione assunta con la quale, improvvisamente, invoca la zona rossa per Messina ed emana l’O.S. n°310 del 7 gennaio, mediante cui con le sue solite forzature, dispone la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado dal 10 a 23 gennaio, in contrasto con il provvedimento regionale che ne prevede la chiusura solo in caso di accertata e dichiarata zona arancione o rossa.
In effetti il lemma “a modo mio” è soprattutto la sintesi umana e politica del sindaco di Messina il quale adotta una modalità del tutto personalistica amministrare la cosa pubblica ed esercita un codice di condotta compendiabile in un solo punto, vale a dire i propri interessi, al di sopra di tutto e tutti.
La gestione politica a geometria variabile di tutta la fase pandemica ci mostra in maniera chiarissima qual è la ratio, la bussola che ha orientato e tutt’ora orienta le scelte politiche del Sindaco Cateno De Luca: un tornaconto politico-elettorale.
De Luca ha amministrato la città durante le varie ondate pandemiche, alternando fasi di totale disinteresse a momenti di scontri durissimi, sguaiati, inopportuni e controproducenti nei confronti di varie figure istituzionali, alle quali ha addossato colpe e responsabilità per incoronarsi come unico salvatore della Sicilia.
In pieno stile populista, concepisce l’azione politica come distruzione dell’avversario attraverso qualsiasi mezzo – come regolarmente avviene col consigliere Alessandro Russo, nuovamente colpito dalla sua violenza verbale e a cui va tutta la nostra solidarietà – amministra il bene pubblico come si amministra un’azienda privata, antepone l’immagine alla sostanza e intende la spettacolarizzazione come strumento di lotta politica dove tutto è concesso, dove si dissimulano le inadeguatezze e si proietta invece all’esterno l’immagine patinata di superuomo.
Nella gestione della pandemia ha dimostrato di fare tutto e il contrario di tutto, rivelando la sua inaffidabilità politica e valicando continuamente i limiti della correttezza e della decenza istituzionale. L’esasperazione dell’azione amministrativa, la ricerca del punto di rottura, la tecnica del rilancio continuo e del rialzo della posta con la Regione e con il Governo, in uno scontro cercato e voluto su chi è più duro e austero negli atti e nelle ordinanze, è stato e continua ad essere un problema per questa città.
De Luca, tuttavia, coerentemente e “a modo suo”, si auto-rappresenta e si vende come nuovo modello politico, come buon amministratore, come uomo delle Istituzioni.
Pensiamo invece che Messina e la Sicilia non abbiano bisogno di questo modello populista, per altro già vissuto e sperimentato; la nostra città ha bisogno di amministratori che offrano il proprio valore e l’attaccamento alla vita dei cittadini e alle classi più disagiate, alle lavoratrici e ai lavoratori attraverso un rapporto vero, reale, fatto di carne e ossa; e non di un sindaco narcisista e megalomane che in mezzo alla gente ci sta solo per esibizionismo, opaco nell’amministrare, borioso e violento nelle pratiche e nella comunicazione.
Antonio Currò
Segr. Circolo P. Impastato PRC Messina