La mancanza di pensiero − l’incurante superficialità o la confusione senza speranza o la ripetizione compiacente di «verità» diventate vuote e trite − mi sembra tra le principali caratteristiche del nostro tempo.
Hannah Arendt, La condizione umana
Messina al voto. Se solo leggessimo con più attenzione i giornali si potrebbe sostenere che i politici locali, per esempio, sono grandi produttori di spunti: mai vista tanta ingiustificata superbia. Praticamente abbiamo imparato a fare satira da loro; la possibilità di fare satira è il polso della libertà di un Paese, di una città. Ormai a Messina, in una rete generalista bisogna discutere preventivamente anche le virgole.
Sarà anche per questo che l’aria che si respira è malsana. Il giornalismo, quello vero, tosto, investigativo, non sorride perché qualcosa è successo. Qualcosa di molto grave, solo che non si può dire, altrimenti son guai. Invece la cultura, la libertà di pensiero, opinione, idee è essenziale per un organismo bioculturale come l’uomo, che non possiede per natura gli istinti necessari per la sopravvivenza, ma ha bisogno di essere educato dalla società nella quale vive. In parte, quindi, la cultura si tramanda automaticamente, ma possiamo – e dobbiamo – anche fare in modo che ci sia un aumento della quantità di cultura di cui si usufruisce.
Aspiranti sindaci che in questi giorni vi sentite colmi di bontà, etica, legalità, generosità: cominciamo valorizzando le opere più semplici da capire e più conosciute, puntiamo, per esempio, sull’educazione dei turisti, creiamo pacchetti culturali e cerchiamo di attrarre l’attenzione; i dati delle persone che si spostano per assistere a mostre o manifestazioni sono sempre molto alti, perché non approfittarne? Innoviamo, seguiamo l’esempio degli altri paesi, “copiamo” quelle idee che sembrano essere positive.
Messina non vive tempi felici anche se qualcuna sostiene: di fame si muore altrove, magari in città dove ci sono “regimi” che si ritengono democratici. Da noi, per esempio, si vive una dignitosa povertà, credo che il cittadino possa sopportare qualche ritardo. E poi chi ha rabbia, chi ha voglia di riscatto? Basta osservare le adunate politiche – culturali e gli accordi per occupare la poltrona… solo in questi casi stiamo tutti bene!
Chi più, chi meno.