Sarò il sindaco di Messina per dieci anni! No, sarò il sindaco di tutti i siciliani. No, salverò Taormina dal fallimento. No, porterò il mio movimento in Europa. Anzi, no: farò l’esperto al Comune Messina per controllare tutto e tutti! A stare dietro ai tanti proclami di Scateno De Luca si rischia di uscire di testa: ma è la storia di un politico bizzarro per il quale spararla grossa è la regola. Ci siamo. Sta per andare in onda l’ultima provocazione del “signor Fiumedinisi”. Così ci assicurano.
Ai suoi fedelissimi urla: “questa è una città sotto assedio politico perché gli altri partiti vogliono colpire il nostro fortino e visto che questo avviene per colpa mia, mi sento in dovere di aiutare Messina e la sua amministrazione”. Sorpreso? Per nulla. De Luca negli ultimi venti e passa anni di proclami ne ha fatti così tanti che sorprendersi dei suoi salti della quaglia, dei suoi cambiamenti d’umore e di amicizia, sarebbe stupido. Ho incontrato al bar un pensionato (beato lui) col quale mi sono abbandonato a una ininterrotta conversazione. I pensionati sono molto colti e molto acuti. Questo del bar era coltissimo e acutissimo. Tanto da essere imprevedibile, nelle domande e nelle risposte. Mi chiede: «Ma lei è proprio sicuro che Cateno De Luca è consapevole di quel che dice e promette? A me pare che abbia superato tranquillamente il confine?». «Quale confine?». «Ma il confine della ragione. Che qualcuno lo aiuti prima che sfiori la follia, naturalmente. Con questi suoi modi di fare si è rivelato spiazzante, inquietante, nevrotizzante».
Devo dire che il ragionamento del pensionato non è del tutto maldestro. Mi ha fatto riflettere: De Luca è arrivato in città e non è accaduto niente. Se non caciara, insulti, promesse da marinaio, pernacchie a destra e manca. Tanta confusione, sì lo so, niente di nuovo. Niente di riconoscibile come assolutamente nuovo da queste parti. Che delusione!
Ma si tratta di considerazioni del tutto inutili. Molto più importante, molto più impressionante sono i risultati (modesti) raccolti nelle urne fuori dalla sua roccaforte Messina. C’è da riflettere! E allora domandiamoci, senza ipocrisia, che cosa ci ha portato Scateno De Luca in dono con la sua discesa in politica?