Se il Sindaco vorrà dimettersi sarà lui l’unico responsabile di questa scelta…
Messina – Decodificare ciò che accade in Consiglio Comunale ai tempi di De Luca è sempre complicato. Ogni atto è coperto da fiumi di parole, atteggiamenti sopra le righe, urla e minacce a destra e a manca. Su ogni provvedimento in discussione, il sindaco crea scientificamente una coltre di fumo in cui il merito e i contenuti vengono offuscati rispetto alla sua vicenda politica personale. Anche la discussione sul Bilancio Previsionale non esce da questo schema ripetitivo e che ha stancato una città in ginocchio per l’emergenza sanitaria e la crisi socio-economica legate alla pandemia.
Lo strumento finanziario in discussione in Consiglio Comunale ha caratteristiche di straordinarietà proprio per il periodo storico in cui cade e non è un caso che la Corte dei Conti abbia indicato una serie di prescrizioni per contemperare gli effetti indotti dalla fase emergenziale (in termini di minori entrate e maggiori spese) con gli obiettivi di stabilità finanziaria. In questo scenario sono d’obbligo cautela e responsabilità: sapere intervenire nell’immediato ma salvaguardare anche la tenuta dei conti in prospettiva.
È evidente che una fase cosi delicata, l’organo amministrativo, il Sindaco, e quello di controllo con la responsabilità sui bilanci, il Consiglio Comunale, dovrebbero lavorare in un clima di dialogo e confronto costruttivo, nella consapevolezza di operare nel superiore interesse della comunità. Invece non è cosi. La proposta che arriva in aula non è il Bilancio di una città che vive in un momento di emergenza ma il Bilancio di De Luca su cui fare l’ennesima conta, con la spada di Damocle, a dire il vero poco affilata, delle dimissioni. Prendere o lasciare, con me o contro di me. E cosi se i Revisori dei Conti, pur esprimendo parere favorevole, evidenziano perplessità sul quadro delle entrate relative ai tributi locali o all’approvazione della Tari, diventano dei nemici della salute pubblica. I gruppi consiliari che, legittimamente, propongono una serie di emendamenti per migliorare lo strumento finanziario diventano “asini volanti” che remano contro la città. Bene ha fatto il Collegio dei Revisori ha svolgere la propria funzione, benissimo i gruppo consiliari a dare il loro contributo.
In un periodo come questo, De Luca dovrebbe avere l’umiltà di chiedere collaborazione al Consiglio Comunale e non pretendere un voto per se stesso. Il civico consesso, come ogni singolo consigliere, ha il diritto di votare liberamente e responsabilmente rimanendo nel merito del provvedimento.
Non ci interessa fare previsioni sulle sue dimissioni: sono diventate una barzelletta che non fa più ridere. Se De Luca vuole fare saltare il tavolo e portare la città al voto in una situazione emergenziale come quella che stiamo vivendo lo faccia pure, ma non cerchi alibi altrove. Se pensa che il confronto democratico con il Consiglio e con tutte le parti sociali e politiche, che magari non la pensano come lui, sia un impaccio nella sua visione dei rapporti istituzionali e sociali tragga le sue conclusioni. Qualora si arrivi a questo, non provi a far cadere le responsabilità su altri: è lui l’unico responsabile.
Domenico Siracusano, Segretario Provinciale Articolo UNO