Radio Zanca: “Mercimonio di voti” e nomine AMAM

Messina – Secondo l’informativa sulle amministrative del 2018 a Messina, il “sistema” che ha eletto Cateno De Luca comprava voti scambiandoli con tre giorni di riposo compensativo, oppure con 50 euro al giorno e rimborsi-spese per servizi elettorali assegnati da una “sua” candidata impiegata al Tribunale, o col compenso per le attività di “imbustamento”.

Acquisito il lieto fine, il regista e sceneggiatore del film elettorale viene gratificato da De Luca con nomina di sottogoverno. È il caso dell’ex consigliere provinciale AN Roberto Cerreti che, secondo la DIA, ha organizzato per l’elezione del Sindaco di Messina un pervasivo sistema di creazione di voti con promesse di “impieghi lavorativi, ‘utilità’ finalizzate a conseguire consenso elettorale attraverso l’assegnazione di servizi elettorali a soggetti bisognosi, la designazione di rappresentanti di lista in ragione dell’interesse dei designati a usufruire dei previsti permessi compensativi…”. Neanche troppo, a pensarci.

Nel luglio 2018 l’apparente portavoti diventa consigliere di amministrazione di AMAM. La precedente amministrazione, secondo legge, era passata dal Consiglio di Amministrazione all’Amministratore Unico. De Luca ripristina il CdA e nomina consigliere il regista del “mercimonio di voti”. L’idillio però dura la gestazione di un bambino: nove mesi dopo (19 aprile 2019) De Luca liquida in 14 secondi il CdA e manda a casa i consiglieri Cerreti e Cicala. Passano appena sei settimane e, il 14 giugno 2019, il CdA viene …resuscitato! Cicala nuovamente dentro, Cerreti definitivamente fuori, in favore dell’Arch. Loredana Bonasera (attuale Presidente).

E qui la farsa si tinge di giallo. Denunciato da Cerreti, De Luca (che, evidentemente preoccupato, chiama l’immarcescibile Taormina) controdenuncia un falso presuntivamente ordito ai suoi danni: una “manina” avrebbe retrodatato di un anno la domanda della Bonasera, per fare apparire che De Luca la avesse illegittimamente scartata nelle nomine del 27 luglio 2018. Rivela Taormina dopo l’interrogatorio di De Luca (28 dicembre 2020): “Una mano ignota, all’indomani dell’insediamento del sindaco De Luca, appose sul documento la data del 19 giugno 2018 in luogo di quella vera del 19 giugno 2019”. Ma come? La Bonasera è stata nominata componente del cda il 14 giugno 2019, ma per Taormina la data “vera” dell’istanza è di cinque giorni dopo! Com’è possibile? Preveggenza del Sindaco? I casi sono due: o Taormina ha ragione e la domanda è falsificata o l’alterazione non c’è e la data vera è il 19 giugno 2018. Il secondo caso è poco verosimile: De Luca non era Sindaco e l’AMAM era retta da un amministratore unico; nessuno presenta candidature per posti inesistenti e non banditi. Più verosimile l’ipotesi della falsificazione della domanda, che però crea problemi. In questo complicato intrigo di date ce n’è un’altra che potrebbe spiegare l’accaduto: i termini per la designazione di un componente donna nel CdA di AMAM scadevano il 13 dicembre 2018. Se, come sostiene Taormina, la data vera dell’istanza è il 19 giugno 2019, la sua alterazione servirebbe (cambiando solo un numero nell’anno) a farla (falsamente) apparire precedente rispetto alla scadenza dell’avviso cui l’istanza risponde, a tutto beneficio dell’attuale Presidente di AMAM, Arch. Bonasera. Chiaramente in questo caso la nomina della Bonasera sarebbe nulla, l’azienda si troverebbe senza Presidente e, in ogni caso, il Sindaco deve spiegare come ha fatto a nominare nel cda del 14 giugno una persona la cui istanza è datata 19 giugno, con falsificazione dell’anno.

Insomma: un apparente pasticcio. De Luca e Taormina che hanno sollevato il caso, devono chiarirlo, provando la legittimità di un operato quanto meno confuso. Ma è confusione che, a vario titolo, riguarda praticamente tutte le società partecipate dell’era De Luca.

 

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