Messina – In una città sempre più frenetica e orientata al profitto, la sicurezza sul lavoro spesso diventa la Cenerentola del sistema produttivo, come mostrano i tanti casi di incidenti sul lavoro, a volte anche mortali. Ma la sicurezza sul lavoro non può essere un optional ma deve essere una priorità. Solo attraverso uno sforzo collettivo possiamo ridurre gli incidenti e salvaguardare la vita e la dignità dei lavoratori.
Il caso che vogliamo segnalare a politici e sindacati sono i lavori che in queste settimane Comune e AMAM hanno programmato per ridurre le perdite in rete; implementare l’asset management esistente; avviare la distrettualizzazione delle reti; e integrare il sistema di telemisura e telecontrollo già esistente sulla quasi totalità delle infrastrutture idriche della città, ottimizzandolo attraverso sistemi di smart metering per la lettura dei contatori del nucleo centrale cittadino.
La ditta appaltatrice è la Siciltecnoplus srl, per un importo di 21milioni di euro.
Perché ne vogliamo parlare? Ci siamo accorti che durante i lavori gran parte degli operai impiegati non hanno in Uso i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI): In molte situazioni, l’uso di DPI come caschi, guanti, occhiali protettivi e mascherine è essenziale per proteggere i lavoratori da specifici pericoli.
LA PROTEZIONE: È la prima regola della sicurezza perché comporta la sola eliminazione del rischio; Agisce nel senso di ridurre o eliminare il rischio agendo sul fattore probabilità; Agisce nel senso di ridurre o eliminare il rischio agendo sul fattore gravità.
E così è logico chiedersi e chiedere a chi di dovere: come Funziona la Sicurezza sul Lavoro?
Nel frattempo ci siamo documentati e abbiamo scoperto che la sicurezza sul lavoro funziona attraverso l’implementazione di una serie di misure preventive e correttive, tra cui:
Valutazione dei Rischi: Ogni azienda deve effettuare una valutazione dei rischi per identificare i potenziali pericoli presenti nell’ambiente di lavoro e determinare le misure necessarie per eliminarli o ridurli. Questo processo è documentato nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).
Formazione e Informazione: I lavoratori devono essere adeguatamente formati sui rischi specifici del loro lavoro e sulle misure di prevenzione da adottare. La formazione deve essere continua e aggiornata regolarmente.
Sorveglianza Sanitaria: Il medico competente effettua visite mediche periodiche per monitorare lo stato di salute dei lavoratori e accertare la loro idoneità a svolgere determinate mansioni, soprattutto quelle a rischio elevato.
Uso di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI): In molte situazioni, l’uso di DPI come caschi, guanti, occhiali protettivi e mascherine è essenziale per proteggere i lavoratori da specifici pericoli.
E allora perché, per esempio, gli operai non indossano mascherine durante il lavoro per evitare la silicosi? Le misure preventive primarie iniziano con l’eliminazione o la riduzione dell’esposizione. La prevenzione primaria più efficace è l’implementazione di controlli tecnici (controllo dell’ambiente) per limitare l’esposizione alla silice.
Cause della silicosi
La silice è uno dei minerali più abbondanti della crosta terrestre ed è ampiamente distribuita in natura. La silicosi è causata dall’inalazione di minuscole particelle di silice cristallina (solitamente quarzo). I lavoratori a maggior rischio sono coloro che movimentano o inducono l’esplosione di roccia e sabbia (minatori, cavatori, scalpellini, operai edili) oppure chi usa abrasivi a base di roccia o sabbia contenenti silice (sabbiatori, vetrai, fonditori, lavoratori di pietre dure, ceramisti, vasai). Epidemie di silicosi grave sono state recentemente identificate nei lavoratori dell’industria delle pietre artificiali.
I fattori che influenzano l’incidenza e la gravità della silicosi includono: Durata e intensità dell’esposizione; Forma e caratteristiche superficiali delle particelle di silice; La silice amorfa, come il vetro o la terra diatomacea, non ha una struttura cristallina e non causa silicosi.
Se inalata, la polvere di silice raggiunge i polmoni, dove viene fagocitata dai macrofagi (vedere Panoramica sul sistema immunitario). Gli enzimi liberati dalle “cellule spazzino” (macrofagi) causano la cicatrizzazione e la formazione di noduli nel tessuto polmonare. Nelle esposizioni a bassa intensità o a breve termine, questi noduli rimangono discreti e non compromettono la funzione polmonare. Con esposizioni più intense o più prolungate, questi noduli si aggregano e causano fibrosi progressiva e disfunzione polmonare, oppure talvolta formano masse di grandi dimensioni (detta fibrosi massiva progressiva).
Perché, nonostante le dichiarazioni e le numerose campagne di sensibilizzazione, non si riesce a far rispettare queste norme?
Centinaia di ricerche che dimostravano che laddove sono presenti in modo più consistente le polveri sottili i polmoni tendono a reagire in maniera più infiammatoria nel momento in cui entrano in circolazione virus e malattie respiratorie, facendo sì che gli effetti di questi virus siano più gravi.
Purtroppo le scarse precauzioni sono ricorrenti. Prevale e fa proseliti l’idea che conti solo avere un lavoro e che il resto di regole, prevenzione e tutele sia solo un costo. Un costo che spesso si paga con incidenti e vittime.
Al Comune, all’Amam e ai sindacati ci permettiamo di ricordare le parole del nostro Presidente Mattarella: “È anzitutto il tema della sicurezza sul lavoro che interpella, prima di ogni altra cosa, la coscienza di ciascuno. Democrazia è rispetto delle regole, a partire da quelle sul lavoro“. Vedremo!