Il segretario del PD Nino Bartolotta lancia un grido di allarme per i progetti dei Comuni dell’area metropolitana che non vedranno la luce per i ritardi e le risorse mal spese del Patto per la Città di Messina. Cosa succederà con il Recovery fund? Urge aprire un tavolo permanente con tutti i sindaci, enti, forze politiche e sociali per avviare una stagione concreta di crescita per tutti…
Messina – «Sono passati oltre 4 anni dalla firma dei 335 milioni di euro del Patto per la Città di Messina di cui, come ha ricordato di recente Piero David, sono stati impegnati soltanto 59,93 milioni e spesi appena 15,226 milioni: c’è da rabbrividire al solo pensiero di cosa accadrà quando si aggiungeranno anche le risorse del Recovery fund». Il segretario del Pd Nino Bartolotta lancia un allarme sulla gestione di questi fondi. «Ingenti risorse, senza precedenti – continua Bartolotta – che potrebbero rappresentare sviluppo e occupazione per il territorio dell’area metropolitana ma che non si riescono ad impegnare e ancor di più a spendere mentre disoccupazione, crisi delle imprese, emigrazione di forza lavoro sono sempre più evidenti».
Il problema. «Una vera e propria emergenza che non pare essere la priorità nell’ agenda politica di chi è stato demandato al coordinamento e alla gestione del patto che a tutt’oggi palesa un’evidente assenza di regia, e ancor più grave, di strategia. La Città di Messina che dovrebbe essere l’hub naturale dei Comuni della Provincia e dovrebbe con gli stessi concertare e condividere la pianificazione strategica dello sviluppo del territorio metropolitano, ha scelto di andare da sola. E così, mentre tanti validi progetti cantierabili rimangono nei cassetti dei Comuni, senza alcuna concertazione con i rappresentanti dei territori viene riprogrammato e sottoscritto nel 2019 l’Atto modificativo del Patto per lo sviluppo della Città di Messina cancellando risorse per infrastrutture importanti come lo svincolo autostradale di Monforte San Giorgio».
La proposta. «Urge una cabina di regia, un tavolo di confronto permanente con i sindaci del territorio metropolitano, con il supporto di esperti di programmazione e funzionari degli enti preposti al rilascio dei vari pareri, affinché si attui un puntuale monitoraggio degli interventi proposti nel patto e delle criticità che rallentano le operazioni di impegno e di spesa, richiedendo, qualora necessario, l’ulteriore riprogrammazione del Patto con l’inserimento dei soli progetti esecutivi e cantierabili, spostando sulle risorse della nuova programmazione comunitaria 2021-2027 e di quelle aggiuntive nazionali, i progetti più complessi non ancora cantierabili».
Gli obiettivi. «Un tavolo permanente – conclude Bartolotta – sullo sviluppo della città metropolitana di Messina per inaugurare una nuova fase nelle relazioni politiche ed amministrative che hanno caratterizzato gli ultimi anni: dallo scontro continuo, politico o campanilistico, fine a se stesso, bisogna passare alla fase della ricostruzione che parta da un dialogo continuo tra gli attori del territorio e che abbia come obiettivo comune quello di dare una nuova prospettiva di crescita alla città metropolitana. Per non ripetere gli errori del passato, è necessario confrontarsi e stabilire una strategia comune che superi anche i colori politici e che abbia come unico obiettivo quello di rilanciare la città metropolitana di Messina; lo sviluppo va pensato e programmato. Non sarà il prodotto di un intervento dall’esterno ma il risultato della volontà politica complessiva di una comunità. È una sfida ambiziosa che vogliamo lanciare alla politica ed alle forze sociali: mettiamoci attorno ad un tavolo e lavoriamo assieme per programmare lo sviluppo».