Radio Zanca: tutta mia la città!

Benvenuti in Sicilia: con le sue sorprese nascoste bene dietro ai portoni dei Palazzi. Chissà quanti giovani messinesi si ricordano il bivio di quando furono costretti a lasciare la città, la famiglia, gli amici, per emigrare in cerca di opportunità lavorative a loro negate.
La politici li hanno delusi, l’università ha altre priorità nelle scelte (il merito non basta per farli preferire ai soliti figli di…), il quadro si incrina: afflizione, solitudine, soprusi…

Così si devono mettere in viaggio e vivere anni duri ma intensi. Questo malcontento, questa sfiducia verso le Istituzioni, viene intercettata da personaggi come Cateno De Luca che fa leva sulle teorie complottiste per giustificare il fatto che molti sono contro di lui. Appena eletto sindaco, al Comune di Messina, prospetta scenari apocalittici. Poteri forti (?), stampa di regime (?), lotta ai potentati economici locali e siciliani.
Se la politica ha sempre cercato di usare i mezzi di informazione classici per aumentare il consenso e narcotizzare il popolo, il populismo di Cateno De Luca preferisce usare altri canali, delegittimando il lavoro di quel giornalismo che racconta i fatti che viene bollato dallo stesso Scateno come pavido, ipocrita e falso.
E lo stesso tocca a quanti non la pensano come lui. Il politico De Luca fa quel che vuole: scompone gli assessorati e li trasforma in società a suo uso e consumo; si mangia l’opposizione grazie al “maledetto il bisogno“… insomma molti personaggi diventano un pezzo del suo sistema senza bisogno di qualità, di alcuna autorevolezza.

Intendiamoci: questa evoluzione umana della classe “politica – amministrativa” si insinua in una grande crisi del giornalismo, in un’epoca di mediocrità dei cosiddetti professionisti (mi riferisco a tutte quelle categorie che dovrebbero controllare e pianificare i progetti per il bene di tutti) sul campo.
Per carità, la crisi dei valori, delle professioni, delle regole, esiste da tempo, e personaggi come De Luca lo sanno bene. Ecco il paradosso: il giornalismo che racconta i fatti, che analizza i numeri, le criticità di una macchina burocratica raffazzonata viene bollato come “folle”, ma l’alternativa consiste in una narrazione unica delle cose, cioè rispondente alle idee di De Luca.
La strategia Deluchiana è brutalmente efficace. Fa comodo a quel Sistema, a quei poteri forti, a quei potentati che una volta De Luca aveva sbandierato di voler combattere per dare voce al popolo!
Gesù disse: “È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi”. Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: “Siamo ciechi anche noi?”. Gesù rispose loro: “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane”.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. In peggio: Tantum pecunia non olet!

P.S.
Nel mio piccolo vorrei lanciare una pernacchia (ma non sono un buffone). Ma questi sono tempi magri per i buffoni. Alla prima sonora pernacchia, potrebbero venire a chiederci le generalità. La mutazione in corso della rivoluzione di Scateno ha il volto beffardo dei suoi nuovi amici. Padroni di ieri e di oggi del nostro presente e futuro.