Il Consiglio di Amministrazione dell’Università ha deliberato all’unanimità la rescissione della Convenzione con il Cus Unime e ha contestualmente approvato la proposta di costituzione di una società interamente partecipata dall’ Ateneo per la gestione degli impianti sportivi della cittadella universitaria. La decisione è stata assunta dal CDA con le finalità di potenziare, entro una nuova cornice di gestione amministrativa, i servizi offerti agli studenti, alla comunità accademica, alla città e a supporto del Corso di laurea in Scienze motorie. L’Università in questo modo intende promuovere e consolidare il grande patrimonio rappresentato dalle strutture sportive presso la Cittadella e tutelare nel contempo le professionalità e lo staff di collaboratori che in questi anni sono stati impegnati nell’erogazione dei servizi.
Avanti di questo passo, va a finire che le rivoluzioni gestionali del Cus Unime offrono più discussioni dei risultati ottenuti in campo sportivo (modesti!) al di là delle pagine pubblicitarie che qualche media gli confezionava: ma la realtà era ben diversa! Ma questa riflessione non ha alcuna intenzione di tirare i pomodori marci sul presidente del Cus Unime, Nino Micali. I danni prodotti dal presidente sono limitati, semmai spettava a chi lo aveva eretto, per primo, a numero uno dello sport universitario, insegnargli qualcosa sul piano del comportamentale e di raggiungimento degli obiettivi: non basta una foto sui giornali con il rettore dell’Ateneo, per fare di un uomo un manager. Più crudele, da qualunque parte la si osservi, è la situazione delle discipline sportive praticate all’interno della Cittadella ai danni (in tutti i sensi) degli utenti. Noi pensiamo che sia giusto offrire agli studenti – come nel caso degli studi – il meglio dei cosiddetti allenatori e non usare il metodo dell’amicizia e della convenienza, nel risparmio. Chi paga per fare sport, allenarsi, migliorare ha il diritto ad avere il massimo perché tu sei l’Università di Messina e non una modesta associazione amatoriale, senza offesa. Hai un nome da tutelare, un prestigio da difendere.
E’ una questione di immagine, più che di risultato. Coinvolge Messina, un prestigiosissimo Ateneo che all’immagine tiene molto e più volte ha dimostrato di onorarla, in Italia e all’estero con i riconoscimenti ricevuti per le ricerche scientifiche. Scriviamo queste cose sapendo benissimo che nello sport, a Messina in particolare, si può sostenere tutto e il contrario di tutto.
Aspetto che qualcuno dia dell’imbecille a chi investe seriamente sull’attività motoria per gli studenti ed esalti, in un paese innamorato del cinismo la freddezza, chi ha scommesso sulle qualità manageriali di Micali nel tirare avanti preferendo sorvolare sui progetti pur di portare a casa la pagnotta senza lo sforamento del bilancio: giustissimo ma ingiusto! Stiamo parlando di sport e di attività agonistiche dove parlano i risultati e non le foto tessera sul quotidiano locale.
Per fortuna che oggi è arrivato il rettore Salvatore Cuzzocrea (applausi!) a mettere una toppa alla vicenda. Può anche esserci stata una disgraziata catena di equivoci, ma è arrivato il momento di fare chiarezza su tutto e riportare la Cittadella universitaria ai posti che merita e non relegata a uso personale di qualche gruppo di amici. Siamo così abituati a sentir dire che conta solo il Bilancio che abbiamo perso di vista la meta, il risultato sportivo, il metodo per conseguirlo. A Messina, in questi anni, non sono state calpestate solo persone, ma anche sogni, idee, valori, merito, ma anche qui c’è già la coda per dire che è tutta colpa del caso: troppo comodo e troppo sbagliato. Forza Magnifico Cuzzocrea, è ora di fare pulizia!