Dichiarazione congiunta di Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini e Antonio Currò, segretaria nazionale Unione Inquilini e rappresentante Unione Inquilini Messina
“Un emendamento del governo al decreto covid interviene sui siti degradati di Messina, il cui risanamento, è sempre stato un nostro obiettivo, così come l’eliminazione delle condizioni abitative e sociali incivili e inadeguate.
Chiediamo, però, chiarezza. L’abbattimento delle baracche deve essere contestuale al passaggio da casa a casa, senza prevedere politiche dei due tempi: prima si abbattono le baracche, dopo si fanno le case e nel frattempo le famiglie vengono messe in situazioni alloggiative precarie. Questo sarebbe inaccettabile e un inganno nei confronti di chi da anni vive in una condizione incivile.
In secondo luogo, deve essere chiarito il carattere di edilizia residenziale pubblica a canone sociale dei nuovi alloggi e i relativi progetti devono essere partecipati e condivisi con le rappresentanze dei residenti e le OO.SS. in quanto non vogliamo nuovi ghetti o casermoni, tipo Vele di Scampia, che riproducono emarginazione e degrado.
Esprimiamo una ulteriore preoccupazione: la legge speciale, in discussione alla Camera, ormai messa su un binario morto vista l’approvazione dell’emendamento del governo al Senato, prevedeva uno stanziamento di 200 milioni. L’emendamento del governo ne stanzia la metà, ovvero 100 milioni. Oltre alle demolizioni, ci sono anche le risorse per il reperimento contestuale dei nuovi alloggi?
Occorrono, quindi, chiarezza e trasparenza.
La mobilitazione dei residenti e quella dell’Unione Inquilini continueranno oggi ancora più di ieri affinché il risanamento sia effettivo e completo e comprenda come elemento essenziale il passaggio da casa a casa, contestuale all’uscita dalle baracche, in una condizione abitativa finalmente adeguata, che garantisca servizi e diritti sociali.”