Messina sarà il prossimo sabato 27 novembre una delle tre piazze siciliane insieme a Palermo e Catania, che ospiteranno la manifestazione nazionale indetta da Cgil Cisl Uil in tutto il Paese, per rilanciare al governo nazionale le richieste delle confederazioni di modifiche alla legge di stabilità su “pensioni, fisco, sviluppo, e politiche sociali”.
L’appuntamento è dalle ore 9 in piazza Unione Europea, dove confluiranno i lavoratori di diversi settori e provenienti dalla città e dalla provincia. Ad aprire sarà il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, interverranno il segretario generale Uil Sicilia Claudio Barone e concluderà la vicesegretaria generale della Cgil nazionale Gianna Fracassi. A parlare dal palco saranno anche alcuni delegati e delegate dei tre sindacati in rappresentanza delle varie categorie di lavoratori.
Cgil Cisl Uil scendono in piazza per ribadire le loro richiesta al governo nazionale sulle pensioni per le quali, “piuttosto che quota 102, serve una pensione di garanzia per i giovani e più sostegno ai lavoratori”; sullo sviluppo “per il quale serve rafforzare le politiche industriali e affrontare le sfide della transazione ambientale e digitale”; sul Fisco “per incrementare le risorse da destinare alla riduzione delle tasse a lavoratori e pensionati”; sul Sociale “con l’obiettivo di contrastare la povertà potenziando le politiche di inclusione e migliorando il reddito di cittadinanza” e sul tema del Lavoro “con più investimenti, maggiore contrasto alla precarietà e promuovendo la stabilizzazione per rilanciare il lavoro partendo dai settori pubblici come sanità e scuola ”.
I temi della manifestazione sono stati illustrati stamattina nel corso di una conferenza stampa tenutasi nel salone della Cisl di viale Europa dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Messina, Giovanni Mastroeni, Antonino Alibrandi e Ivan Tripodi.
«È una manovra inadeguata che necessita una forte correzione – hanno detto i tre segretari – ci sono molte zone grigie, dal lavoro, alle infrastrutture, al sociale, le pensioni e la lotta all’evasione fiscale che rappresentano punti cardine. In questo quadro, il Mezzogiorno quindi la Sicilia e Messina devono essere dei punti di partenza, anche sul Pnrr. Essere in piazza a Messina significa dare una risposta forte del paese al Governo perché sono questioni importanti che devono essere affrontate per dare una prospettiva seria di sviluppo e nuovo lavoro, ma anche risposte ai giovani chiedendo sicurezza nelle riconversioni ambientali e flessibilità in uscita a 62 anni per chi può e deve andare in pensione. Riteniamo che si debba collegare il reddito di cittadinanza all’immissione nel mondo del lavoro, serve una politica di sviluppo con la costruzione di un’Agenzia per lo sviluppo che dia risposte complessive per la produzione di nuovo lavoro. Vogliamo capire – concludono – come gli 8 miliardi stanziati dal Governo per il cuneo fiscale e come possano ricadere sui lavoratori, con un maggiore salario ma soprattutto creando nuove opportunità lavorative e garantire occupazione per i giovani, evitando che vadano via. È fondamentale che questi temi si affrontino con le parti sociali».