110mila euro lordi all’anno. Tanto guadagna, in media, un medico del nostro Sistema Sanitario. E secondo autorevoli statistiche e comparazioni con altri paesi, rispetto a quanto denunciato anche dalla FNOMCEO, alla luce anche di un 43% di tassazione, i nostri camici bianchi sarebbero tra i professionisti più poveri d’Europa, nel ristretto ambito, naturalmente della dirigenza medica.
Un nostro medico dirigente del SSN, a valore nominale, sempre secondo questi report, oggi guadagna in media il 76% in meno di un collega olandese, il 72,3% in meno di un tedesco, il 54,8% meno di un irlandese, il 38,4 in meno di un danese.
«Sacrosanta ogni rivendicazione, non vogliamo certo mettere le mani nelle tasche di nessuno, non lo abbiamo mai fatto, esordisce Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
Siamo di fronte a indagini che ognuno ha titolo di esporre alla collettività.
Nel contempo, però, noi non possiamo tacere: un infermiere italiano, come anche gli altri colleghi delle professioni sanitarie ex legge n. 43/2006, oggi, guadagna in media qualcosa come 29mila euro lordi l’anno, e non vorremmo mai che una certa attenzione mediatica si allontanasse da deficit e carenze come questa, su cui è necessario non spegnere mai la luce.
Siamo infatti di fronte ad una disparità con la dirigenza medica, lo denunciamo da tempo, che è davvero ingiustificata e che, alla luce delle nostre attuali competenze e responsabilità, apre la strada ad una pericolosa e irrisolta sperequazione.
L’aumento del costo della vita ha messo all’angolo i professionisti dell’assistenza, infermieri e ostetriche in primis. Questo è innegabile.
Siamo di fronte a professionisti che esprimono sempre di più elevate competenze e responsabilità, con un ruolo certamente differente da quello dei medici, ma con responsabilità quotidiane di cui il nostro Sistema Sanitario, e naturalmente la collettività, non può fare a meno, oggi e soprattutto nel prossimo futuro.
E allora se i medici urlano a gran voce che il loro stipendio è tra i più bassi del Vecchio Continente, e non saremo certo noi a contestare siffatti numeri, si abbia il coraggio, e a noi non manca di certo, di gridare a gran voce che un infermiere, oggi, con il suo stipendio di 1500 euro al mese netti, sfiora addirittura la soglia della povertà, oltre naturalmente ad essere vergognoso fanalino di coda in quell’Europa della Sanità che invece corre veloce», conclude De Palma.