Un complotto per arrecare danno alla immagine della sindaca di Roma, Virginia Raggi, scaricando frigoriferi e suppellettili in strada. Così l’accusa della stessa Raggi. Non si ricordava che era scaduto il contratto con la ditta che doveva rimuovere gli ingombranti.
Una massa di creduloni aveva prestato fede alle dichiarazioni della sindaca Raggi. All’epoca definimmo il complotto come “gombloddo”.
Ci risiamo con il complotto che ha portato alla crisi del governo Conte: un altro “gombloddo”.
Era già tutto stabilito, afferma il segretario della Lega, Matteo Salvini. La domanda sorge spontanea: chi ha presentato la mozione di sfiducia nei confronti del governo del quale faceva parte? La Lega.
E’ utile ricordare, agli smemorati, cosa è successo nell’ultimo anno e mezzo: la Lega si era presenta alle elezioni in alleanza con FI e FdI, poi fece l’accordo con il M5S che era un avversario politico. Dunque, chi ha fatto l’accordo, ovvero il salviniano inciucio? La Lega.
Ricordiamo, sempre agli smemorati, che Salvini aveva categoricamente negato la possibilità di un governo con il M5S e che ne aveva dette di tutto e di più contro il Movimento e i suoi esponenti. Questo prima delle elezioni, dopo si è messo d’accordo per formare il governo lega stellato. Dunque, un salviniano inciucio.
Ricordiamo, agli smemorati, che le maggioranze si costituiscono in Parlamento, che non ci sono elezioni dirette né del capo del governo nè del governo stesso. Gli unici eletti dal popolo sono i parlamentari, i quali votano la fiducia al governo che si presenta in Aula.
Narra Salvini, che il ribaltone era pronto dal luglio scorso, quando il M5S aveva votato per Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea, secondo le indicazioni di Macron e Merkel, dimentica, però, che hanno votato per la Leyen anche i suoi alleati ungheresi e polacchi.
Il risultato è che Salvini si è isolato da tutti, anche dal suo stesso governo.
Tutto questo mentre l’Italia deve affrontare i problemi che vogliamo ricordare: un debito pubblico di 2386 miliardi; una crescita dello 0,1%; 150 crisi aziendali che coinvolgono 250 mila addetti; uno spread che solo quest’anno ci è costato 1,5 miliardi di interessi in più; le industrie del nord che si troveranno in difficoltà a causa della crisi tedesca; 23 miliardi da recuperare, per non far aumentare l’Iva nel 2020, e altri 28 miliardi per il 2021; 10 mila società partecipate pubbliche da sfoltire, 118 miliardi per investimenti infrastrutturali attivabili subito (Tria dixit); una burocrazia asfissiante, 107 miliardi di evasione fiscale e contributiva da recuperare, ecc..
Prima gli italiani, diceva Salvini. E’ che si era identificato con il popolo, pensando ai fatti suoi.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc