CATANIA – “Più di 600 giorni d’attesa per una visita endocrinologica a Tortorici (in provincia di Messina), 354 giorni per una pneumologica a Messina e più di 500 giorni per un’ecografia addominale a Milazzo (Me)”. A denunciare è Federconsumatori Sicilia con un’indagine appena diffusa che dipinge un quadro della sanità siciliana veramente pesante.
Le liste d’attesa non si accorciano, i tempi sono lunghissimi. I siciliani che necessitano di visite specialistiche devono attendere tanto. Troppo. Anche per questo la Sicilia detiene uno dei più alti tassi di rinuncia alle cure: il 7,2% degli utenti, dato tra i più alti in Italia. Aumenta invece la percentuale di pazienti che si affida alle cure nelle strutture private.
«La sanità pubblica nel nostro Paese è in difficoltà, questo è ormai evidente – ha affermato Alfio Saggio, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania – Le dotazioni di personale nelle strutture pubbliche sono ridotte al minimo, i colleghi non riescono a fronteggiare le tante richieste, intanto aumentano considerevolmente le aggressioni ai medici e agli operatori sanitari. I dati sono incontrovertibili: i pazienti rinunciano alle cure per motivi economici e spesso per effetto delle liste d’attesa, che dopo la pandemia da Covid sono esplose, rendendo sempre più difficile accedere a visite ed esami nel Servizio Sanitario Nazionale. La priorità dev’essere tutelare il diritto alla salute dei pazienti: chiediamo pertanto al Governo nazionale di aumentare i fondi per le assunzioni di personale e per la formazione. Servono inoltre incentivi per medici e infermieri, affinché con il loro operato si punti a migliorare il servizio offerto ai cittadini. Investire sulla sanità pubblica vuol dire stanziare somme da destinare unicamente al Servizio sanitario. Il governatore siciliano Renato Schifani in questi giorni ha lanciato un ultimatum ai dirigenti, chiedendo risultati concreti nella riduzione delle liste d’attesa, ma è evidente che con gli organici svuotati sarà difficile contrastare il fenomeno».