Nel decreto legge di agosto che dovrebbe vedere la luce domani o giù di lì, è previsto che, pagando al ristorante con carta, si abbia lo sconto del 20% della spesa sostenuta. Il rimborso dovrebbe arrivare direttamente sul conto corrente collegato alla carta oppure iscrivendosi ad un’apposita App. Se la prima ipotesi dovesse verificarsi occorrerà preoccuparsi perché vorrà dire che al ministero qualcuno ha deciso di essere efficiente. Sulla seconda ipotesi, ci viene al momento da sorridere e già intravediamo scenari da burocrazia asfissiante, cose che non funzionano, etc. E comunque, in entrambi i casi i soldi, che arrivino “direttamente” o dopo la tortura dell’uso di una App, viste le esperienza passate in situazioni anche decisamente più delicate (come la cassa integrazione) non si può escludere che vengano messi di mezzo degli istituti di credito, che avranno un costo (da scaricare sullo Stato o sul cliente della carta), istituti che non è escluso che si mettano a fare l’autopsia ai loro clienti che dovrebbero ricevere questo 20%, trovando volta per volta 1.001 motivi per non pagare e/o ritardare il pagamento e magari facilitare l’apertura di un contenzioso perché il dovuto sia versato. Fantapolitica pregiudizievole? No! Realtà e vita vissuta. Sappiamo dell’atavica sfiducia che lo Stato ha nei confronti di qualunque contribuente: sempre colpevole a priori salvo dimostrazione che spesso si ottiene dopo faticose pratiche e ricorsi sempre a spese del contribuente. Sfiducia ricambiata dal contribuente che appena può (e spesso è occasione di vanto) frega il fisco. In questa logica massacrante del buon senso e del buon diritto si inserisce questa “regalia” ai consumatori, pagati per essere agenti del fisco ed evitare che il conto del ristorante sia pagato a nero e i ristoratore evada il fisco. Tutto torna. Ma possibile che non ci possa essere un’altra logica? Che parta dalla fiducia nei confronti del contribuente? Se il Fisco dice di voler pagare il 20% perché il consumatore lo aiuti contro l’evasione, perché questo 20% non può essere utilizzato per riduzioni fiscali ai ristoratori e, di conseguenza, questi ultimi potrebbero praticare prezzi di vendita meno onerosi per i loro clienti? Fantapolitica e fantaeconomia? Probabile, allo stato dei fatti. Ma per invertire questo meccanismo massacrante del rapporto tra contribuenti e Fisco, da qualche parte bisognerà pur partire, con rodaggi iniziali che troveranno entrambe le parti scontente. Il problema che ci par di comprendere è che nessuna delle due parti abbia intenzione di venir meno alle proprie prerogative di sceriffo ed evasore. Motivo? La sopravvivenza di entrambi. Noi crediamo che compito dello Stato debba essere quello di provare nuovi sistemi impostati sulla fiducia con i contribuenti. Sarebbe la semplificazione della burocrazia che, in questo caso, potrebbe portare anche ad un calo dell’evasione fiscale. Vincenzo Donvito, presidente Aduc