Sopravvivere in città quando tanti sono in vacanza

PREMESSA. Una volta, quando l’economia trainante era quelle delle grandi fabbriche che chiudevano tutte ad agosto (come anche ora, solo che oggi sono molto meno), restare in città era un po’ problematico e, a parte i grandi amanti della solitudine urbana, qualcuno ne soffriva.

 

L’economia nel frattempo è un po’ cambiata, in tanti continuano a chiudere ad agosto sia per le cosiddette professioni liberali che per le varie attività artigianali, commerciali e industriali (piccole e grandi), ma le città deserte che facevano notizia sui media sono sempre di più una rarità. Meglio, anche se non basta. Ma ci vuole tempo per una inversione di tendenza che non porti allo svuotamento (per parziale che sia) delle città: per molti le vacanze continuano ad essere sostanzialmente il mare, la montagna e la campagna legata al proprio emisfero e, come ricaduta, condizionate dal fatto che le proprie aziende chiudono, così come lo Stato (si pensi alla
“sospensione feriale” della giustizia civile ed amministrativa, che chiude tranne che per le riscossioni; e a tutti gi uffici pubblici che hanno uno striminzito “orario estivo”). L’inversione di tendenza sarebbe auspicabile per diversi motivi, primi fra tutti gli inquinamenti di vario tipo legati ad una mobilità turistica concentrata. Comunque, anche un volo per una località balneare del mar Rosso e relativo soggiorno in gennaio o novembre costa meno di una vacanza in Sardegna, in Sicilia, in Salento o in una delle tante riviere e isole del nostro Stivale durante l’estate, questa tendenza sarà difficile che si inverta.
I CONSIGLI. Quando in tanti sono in vacanza le città assumono ancora questo aspetto “desertico”. Ma, a differenza di quanto vogliono farci credere alcune pubblicità del tipo “noi ci siamo” con l’elenco dei negozi aperti, il “deserto” è, con l’esclusione dei centri urbani delle grandi città turistiche che il “deserto” non lo conoscono, solo temporaneo e molto psicologico. I servizi ci sono tutti. I mezzi pubblici hanno gli orari estivi, quindi sono un po’ più radi e nelle ore canoniche “non-estive” dell’apertura e chiusura di scuole e uffici, chi li usa si gode aspetti in movimento della propria città che in altre stagioni era impossibile perché pigiati tra corpi umani e in lotta per la “sopravvivenza”. Alcuni negozi e servizi non ci sono, ma ce ne sono tanti altri disponibili, basta cercarli sui giornali o in Rete… anche l’idraulico e l’elettricista e il fabbro (occhio ai costi delle emergenze, ché sono salati sempre). Gli ospedali sono
sempre a pieno ritmo e, nel bisogno, le ambulanze per il pronto soccorso si muovono anche meglio in città con meno traffico. I taxi sono più facili da reperire e i mezzi pubblici fanno anche orari più prolungati di sera per offrire il loro servizio ai vari eventi culturali che non mancano mai in ogni città. I negozi tipo alimentari, latteria, macellaio, merceria, ferramenta, etc…. già sono rari di per sé, figurati se qualcuno chiude in questo periodo… molte delle loro funzioni sono ormai svolte dai supermercati e dai centri commerciali, che sono sempre aperti (alcuni – leggi ancora permettendo, nonostante alcuni preannunci –  anche con orari prolungati che se sembrano un po’ inutili in altre stagioni, d’estate mostrano tutta la loro utilità).
LE CONCLUSIONI. Ma allora, quali consigli Aduc si è messa a fornire, visto che tutto sembra in condizione di essere usato e consumato come in altri periodi?
E infatti, i consigli “pratici” (attento a questo, attento a quell’altro, lì ti fregano e conviene andare là, etc) che forse qualcuno si aspettava non ci sono ed è, a nostro avviso, un bene che non ci siano: vuol dire che siano sempre più una società responsabile e utilizzabile in maniera continua, semplice e facile. Una società in grado di essere tale 365 giorni all’anno per 24 ore al giorno, dove ciò che si fa e si vuole fare non è condizionato dai ritmi e dai tempi che altri ci impongono (ancora non del tutto e – ripetiamo – Parlamento permettendo se, per esempio, non viene cancellata la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali).
Quindi, con la scusa dei “consigli per sopravvivere in città quanto in tanti sono in vacanza”, siamo qui a ricordare come, quando innegabilmente le città sono meno caotiche rispetto ad altri periodi, si possono cogliere alcuni aspetti dei nostri agglomerati urbani che possono essere molto utili: a farci godere meglio la nostra urbanità (per esempio ad andare in bicicletta senza correre in continuazione il pericolo di essere incidentati da un’auto, e di andate sulle piste – quando ci sono –  senza trovarle occupate da auto in sosta selvaggia) ed a farci riflettere su come potrebbe essere organizzata la città per farcela godere meglio in qualunque periodo: per nostra predisposizione e organizzazione a conoscerla per meglio viverci e muoverci all’interno, e per nostro impegno a far sì che tutto ciò che è assurdo nei momenti “di punta” possa essere modificato; a essere quindi cittadini, consapevoli e attivi, e non solo utenti e consumatori dei vari servizi che ci
cascano dall’alto. Una ulteriore difficoltà nasce anche dal far capire questa logica anche a chi ci amministra.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc