Di fronte all’ennesima inchiesta della magistratura, che segnala una connessione strutturale tra organizzazioni criminali, una parte della pubblica amministrazione e della politica,emerge un contesto gravemente segnato.
Fatta salva la presunzione di innocenza di ogni cittadino fino a sentenza definitiva, il quadro che ci propongono gli inquirenti e il tenore di alcune intercettazioni telefoniche danno il senso di una politica che si piega agli interessi criminali per accrescere il proprio consenso.
In un contesto socio-economico, fragile e asfittico, la saldatura tra la mala politica e la criminalità organizzata avviene sui bisogni dei cittadini, “sfruttando molte volte il bisogno della gente, quello di lavorare”come ha dichiarato, Renato Panvino,capo-centro della Sicilia orientale della Dia
Non crediamo di esagerane nel parlare di “emergenza democratica”, visto che le condotte ascritte agli indagati sarebbero finalizzate ad “acquisire consenso anche in prospettiva elettorale, soprattutto attraverso poi la “distribuzione” o la promessa di posti di lavoro”.
Non è la prima volta che, dopo una competizione elettorale, si concretizzano inchieste di tale natura. La politica non riesce a rigenerarsi e la magistratura può intervenire dopo che eventuali reati sarebbero stati compiuti, nel frattempo, sembra evidente che una parte del corpo elettorale è condizionata.
Non è più tempo di dichiarazioni di circostanza o di rimpallo di responsabilità, occorre che chi ha a cuore la buona politica lavori a difesa delle istituzioni, a fianco dei dipendenti onesti della pubblica amministrazione e delle partecipate. Occorre attivare anticorpi che difendano le istituzioni, la buona amministrazione e la democrazia nel suo complesso.
Il nuovo Consiglio Comunale batta un colpo dia immediata esecutività al Regolamento Antimafia approvato alla fine della scorsa legislatura attivando l’Osservatorio ComunaleAntimafia, con il pieno coinvolgimento delle forze produttive e delle organizzazioni antimafia, e l’Amministrazione Comunale attuila procedura denominata “whistleblowing”, prevista dal medesimo regolamento, attraverso la quale i dipendenti e i collaboratori del Comune di Messina e delle aziende partecipate, in forma totalmente anonima possano segnalare illeciti amministrativi o situazioni di potenziale rischio.
Articolo Uno MDP, con il coinvolgimento delle altre forze democratiche cittadine, si impegna ad avviare una riflessione profonda sugli assetti socio-economici, nella convinzione che, per avviare un percorso di liberazione e riscatto, occorra comprendere le dinamiche di potere della città e attrezzarsi per contrastarle.
Domenico Siracusano
Coordinatore Provinciale
Articolo UNO MDP