“UTERO IN AFFITTO”: alcune considerazioni a margine

Con vocaboli studiati, incolori o edulcorati, diciamoli “orwelliani”, l’hanno chiamata “maternità surrogata” o “Gpa” = “gestazione per altri”, “gestazione solidale”, “maternità solidale” e, perfino, “Gpa altruistica” quasi fosse un atto di amore verso chi non può avere figli; in realtà la si può tradurre meglio e in modo più esplicito e volgare con “utero in affitto”, cioè compravendita, da parte di gente danarosa, dei corpi di una donna povera e di un bambino che diventa la merce pattuita: giustamente, la maggioranza di Centro-Destra del nostro Parlamento ha provveduto a definirla (16-X-2024) “reato universale”.

Nella mia ingenuità di quidam de populo (persona senza titoli) credevo, però, che tutti, almeno in Italia, saremmo stati d’accordo nel condannare una tale pratica disumana che dicono sia ormai banalmente diffusa nel mondo e muova montagne di euro e di dollari. E invece mi sono dovuto ricredere. Così, leggendo i giornali (“primi della classe”, al solito, “Repubblica” e “La Stampa”) e vedendo la televisione ho potuto raccogliere un corposo florilegio di affermazioni contrarie alla condanna e, di conseguenza, credo, favorevoli a tale pratica. Per quagliare le mie considerazioni sull’argomento, scegliendo fior da fiore, mi basta e me ne avanza ciò che ha detto la signora Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico:

Abbiamo visto l’atroce propaganda anche sulla pelle delle persone e dei bambini con l’obbrobrio di questo reato universale contro la gpa, che […] calpesta i diritti fondamentali delle bambine e dei bambini. Non si capisce che cosa ha questo governo contro i bambini” (da “La Verità”, 18 ottobre 2024).

Resto sbalordito nel leggere queste proposizioni e i vocaboli usati (“atroce propaganda”, “obbrobrio”…) che capovolgono la realtà e la verità delle cose, pronunciati non da una persona qualsiasi, come sono io, ma dalla prima rappresentante del Partito post-comunista che in passato, quando si chiamava Partito Comunista Italiano, comunque lo si voglia giudicare, fu sicuramente “grande” e che oramai si è ridotto a “partito radicale” che vuole essere “di massa”: cosa non immaginata non dico da Togliatti che nel 1948, magari per carpire i voti dei cattolici, faceva diffondere manifesti in difesa della famiglia naturale, ma forse neanche dal più recente Berlinguer. Penso che l’“obbrobrio”, in quella materia, tra le tante altre vergogne, stia soprattutto nel bambino a cui sarà vietato di conoscere la propria madre perché strappato alla povera donna che lo ha portato in grembo per nove mesi; e, poi, come fa la signora a parlare di “diritti fondamentali delle bambine e dei bambini” ed essere per l’aborto – uccisione, appunto, di “bambine e bambini” prima di nascere e anche…dopo –, a condannare i tanti medici obiettori di coscienza che si rifiutano di operare? Signora, non La capisco! Mi permetta però alcune domande semplici: nel corpo di una donna incinta c’è o non c’è una creatura umana e il venire alla luce di tale creatura è o non è il primo e “fondamentale” suo diritto? Qualcuno magari pensa che ci sia un “grumo di sangue” o un volgare rigonfiamento della pancia della donna, mentre anche la scienza dice che fin dal primo istante si tratta di una persona. Forse le sue “maestre” sono state quelle giovani forsennate, ora con le guance cadenti come la mia, che nel “1968” gridavano “Il corpo è mio e lo gestisco io!”. “no alla virilità fascista!”, “siamo donne, siamo figlie, distruggiamo le famiglie!”… A quell’epoca – “vent’anni”! – io ero presente e stando sulla barricata opposta, correvo pericolosamente le strade e le piazze della Città, vedevo, sentivo, annotavo e formulavo le mie convinzioni. Ne consegue, signora, che fra la sua posizione e la mia c’è un fossato incolmabile e senza ponte levatoio, ecco perché, stando così le cose, non voterò mai né per Lei né per il suo Partito, non perché su alcuni problemi possiamo avere pareri discordi: i migranti, la riesumazione del cadavere fascista e del suo fantasma, l’antifascismo fuori tempo e quindi ridicolo, lo ius soli o lo ius scholae, il reddito di cittadinanza o le pensioni o le fognature che in Romagna non hanno funzionato durante le piogge d’autunno…: codeste, per quanto importanti, restano però cose secondarie e transeunti di fronte alla enormità della compravendita della carne di un bambino e di una donna o l’uccisione del nascituro o, come avviene in certe occasioni, del già nato; per me Vita e Famiglia sono due assoluti che precedono qualsiasi altra cosa! Questo è il principale motivo del presente foglietto.

Chi a questo punto dovesse credere che con l’“utero in affitto” la società ha toccato il fondo, è meglio che si ricreda; esso – l’ “utero” – è sicuramente uno dei tanti “fondi” in cui la società oggi s’è cacciata ma può rappresentare solo una tappa di un processo di “conquiste” cosiddette “civili” più o meno prossime future. Tale processo studiosi lo chiamano Rivoluzione ed ha come fine ultimo la costruzione prometeica di un “homo novus” e la distruzione di quello creato da Dio e conosciuto nella nostra millenaria civiltà giudaico-cristiana; un processo che non sorge improvviso come un fungo dopo le piogge di fine estate, ma avviene per gradi e con una sua “meccanica” studiata da chi – un “Padrone del mondo” o un “Grande Fratello”… – manovra ogni cosa dall’alto della Piramide; ha suoi agenti, sue “massonerie”, una strategia ben precisa, magari dei tre passi avanti e uno o due indietro, così da confondere gli sprovveduti e gli ingenui che non ne hanno studiato gli ingranaggi. La Rivoluzione ha ricevuto una accelerazione col 1968, “anno” nodale ed emblematico – io ne sono buon testimone perché vi fui in mezzo, protagonista – da cui è iniziata una sua “nuova” fase: l’attacco “in interiore” dell’uomo, l’esaltazione dei suoi “desideri”, del “sesso libero”, la droga sperimentata nelle “occupazioni” delle università e delle scuole, il disporre del proprio corpo e del corpo degli altri in libertà assoluta secondo le passioni, le tendenze sregolate e i vizi, il “proibito proibire”… Attenzione! La prima caratteristica della Rivoluzione è la seguente: come la bestia dantesca, che dopo il pasto ha più fame che pria, se non viene fermata – cosa a viste umane oggi difficilissima – prepara altre “tappe” future che al momento a noi poveretti sembrano aberranti e, quindi, impossibili da attuare; così, magari, sarà per l’incesto già richiesto a suo tempo da un “Comitato etico” al Parlamento di Berlino col dire che “se c’è amore e libera partecipazione, il rapporto non può essere vietato” (“Il Giornale” 30-IX-2014); così per la pedofilia anch’essa richiesta molti anni fa da un “Manifesto in difesa della pedofilia” firmato da Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e altri cattivi maestri del “68”, pubblicato su “Le Monde” il 26-1-1977 (v. “Il Foglio quotidiano” 7-IX-14).  Insomma, è il disordine che solo in parte abbiamo visto avverarsi in questi 50 anni e via via ne subiamo le tragiche conseguenze intorno a noi ogni giorno: di “ospedale da campo” parla, infatti, Papa Francesco. Va da sé che coloro che non si adeguano e vi si oppongono vengano bollati come passatisti, reazionari, medioevali, talebani, fascisti… Costoro devono sopportare la propaganda compatta di televisioni, giornali, politici di dozzina, presidenti e ministri di qualcosa, intellettuali e pensatori, presuntuosi professorini che insinuano il gender fra gli alunni all’insaputa dei genitori, cantanti, comparse e guitti dello spettacolo…; ecco perché plaudo alla coraggiosa dichiarazione dell’utero in affitto come “reato universale” che – dati i tempi – mi pare sia stato un vero e proprio miracolo!

Il presente foglietto, vuole essere – per quello “zero-virgola” che può valere – una testimonianza e insieme una protesta contro questo Mondo che per me diventa sempre più incomprensibile e perfino nemico: in esso mi sento un estraneo e a disagio; dunque, non posso che essere contrario alle cose che chiama “conquiste”, “diritti civili”, “avanzamento”, “progresso”, etc., cose a cui, visti i risultati fallimentari, non ho mai creduto; pretendo, quindi, da uomo libero, il diritto almeno di poterlo affermare. Ciò dico perché vedo molti tentativi per chiudere la bocca a me e ai tanti come me che non vogliamo piegarci; così – ad esempio – il disegno di legge Zan (Cirinnà, Scalfarotto…, esponenti del solito Partito Democratico), quello contro la cosiddetta omofobia, se non fosse stato bocciato al Senato (7-IX-2021), mi avrebbe proibito di dire pubblicamente che l’unica e sola Famiglia è quella “naturale”: uomo-padre, donna-madre, figli; questa affermazione, infatti, sarebbe diventata “omofoba” cioè dispregiativa nei confronti di “famiglie altre”, due persone dello stesso sesso che stanno insieme (ora si chiamano perfino “marito” e “moglie”!): un giudice solerte mi avrebbe potuto accusare, appunto, di omofobia a colpi di Codice Penale…!  Il mio deciso contrasto a tale Mondo parte dalla educazione che ho ricevuto dai miei Genitori (Padre-uomo, Madre-donna), dalla Chiesa e dalla Scuola della mia infanzia, quando – nonostante possibili errori – appariva ancora chiara la distinzione tra il bene e il male; poi, col relativismo le due cose si confusero tanto che spesso il bene divenne male e il male divenne bene!  Per questo motivo io, ora ottuagenario, sento che questo Mondo fa violenza alla mia persona perché impone cose a cui la mia natura e la mia coscienza non possono che ribellarsi. Pertanto rimango fermo e non posso cambiare idea sol perché propagandisti vogliono convincermi del contrario: possono augurarsi – liberi di farlo – la mia eutanasia e sperare in essa, ma fino ad allora pretendo il diritto di dire ciò che penso: sarò come il grillo parlante della grande favola di Collodi!

CARMELO BONVEGNA