Messina – «C’è una grande voglia di partecipare e questi congressi lo testimoniano. Con il governo stiamo discutendo di tante questioni e la scuola italiana non fa eccezioni». È la premessa della segretaria generale nazionale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, lanciata alla vigilia di una fase di confronto delicata con il Governo sulla futura programmazione.
L’occasione è stata data dal dibattito del VII Congresso della Cisl Scuola Messina che ha confermato Mariella Falcone nel ruolo di segretaria generale della Federazione messinese con l’elezione in segreteria provinciale di Matteo Manetta e Mariano Munafò. Proprio la segretaria provinciale Mariella Falcone ha tracciato il quadro della scuola messinese.
«Il personale della scuola vive una lunga stagione di precariato, spesso caratterizzata dalla reiterazione dei contratti a termine, situazione che si ripropone ogni anno per le poche immissioni in ruolo rispetto al necessario a causa di graduatorie esaurite, concorsi banditi troppo raramente e scarsi posti messi a concorso – ha detto la Falcone -. Nel nostro territorio i docenti e il personale ATA iscritti nelle graduatorie sono moltissimi. Quasi sempre il contratto a tempo indeterminato arriva oltre i 40 anni, in coincidenza con la cura dei figli e degli anziani di casa. I giovani sono costretti ad emigrare nelle province del nord Italia dove c’è molta disponibilità di posti non occupati, o occupati solo temporaneamente, e dove si registra l’assenza di insegnanti nelle graduatorie. Per i docenti di religione cattolica, occorre prevedere un percorso di stabilizzazione che valorizzi l’esperienza di insegnamento svolta, tenuto conto che per insegnare debbono essere in possesso di idoneità rilasciata e verificata periodicamente dall’Ordinario Diocesano. Sarebbe opportuna la revisione dei titoli di accesso all’insegnamento, in particolare per il sostegno, ad esempio riconoscendo crediti a coloro che sono laureati in psicologia e pedagogia che potrebbero avere la precedenza nelle assunzioni annuali tra i senza titolo e una corsia privilegiata per accedere alla specializzazione – ha aggiunto -. È indispensabile ridisegnare percorsi di formazione iniziale e di reclutamento rendendoli realizzabili in tempi accettabili e che non siano basati solo sulle conoscenze disciplinari teoriche ma che considerino anche attitudini, motivazioni e metodologie e che mettano “in campo concretamente” gli aspiranti docenti attraverso tirocini con esame finale finalizzati all’assunzione in ruolo».
Presente ai lavori il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, che ha sottolineato come la “scuola” messinese «deve recuperare sicuramente un gap infrastrutturale, in termini di sicurezza e vivibilità. In questo momento – ha continuato Alibrandi – la scuola deve giocare un ruolo strategico, l’emergenza pandemica determina periodicamente dei blocchi dell’attività scolastica in cui i giovani subiscono dei disagi per la loro formazione. Bisogna aumentare gli strumenti digitali, immaginando una scuola più inclusiva che affronti anche il tema della dispersione scolastica, molto sentito soprattutto nelle periferie».
«Specialmente al Sud – ha detto la segretaria generale della Cisl Scuola Sicilia, Francesca Bellia – la Scuola si salva e avrà un futuro se riusciamo a partecipare ed essere protagonisti in questo grande processo di trasformazione. Ripensiamo ad una scuola di qualità, moderna, inclusiva dando valore all’impegno comune».
Sul ruolo della scuola italiana durante la pandemia è tornata a parlare anche la segretaria nazionale Maddalena Gissi nel suo intervento di chiusura. «Con il Ministro Bianchi abbiamo affrontato tante questioni e sul rischio che si vada in dad per un solo caso abbiamo chiesto un tavolo, già convocato. Le misure anticontagio devono essere inserite nella discussione e devono garantire un po’ tutti. I giovani hanno bisogno della scuola e la scuola, siamo sicuri, garantirà a tutto il Paese la possibilità di avere generazioni forti per affrontare le sfide importanti che ci attendono. Guardiamo meno alla borsa della spesa, facciamo investimenti forti. È il momento di investire nella scuola e non comprendiamo perché ciò non sta avvenendo. L’investimento nella scuola deve essere strutturale, non solo con i fondi del Pnrr ma anche attraverso la legge di bilancio. Per far crescere il Paese sono necessarie anche infrastrutture immateriali».