Quante volte abbiamo sentito frasi del tipo “la politica è una cosa sporca”, “i politici sono tutti corrotti”, “la politica non serve a nulla”… e su queste considerazioni ci marciano i demagoghi di varia tacca per cercare di convincere gli elettori della bontà delle loro proposte per dar loro ragione. Risultati concreti?
Mediamente scarsi o inesistenti al di là delle compassate mediatiche che ci vogliono far credere il contrario e, magari grazie ad un po’ di soldi assistenziali buttati a pioggia, creano qualche illusione *.
Per capire questa politica e non farsi illusioni che su alcune questioni importanti ci siano dei cambiamenti dietro l’angolo, facciamo l’esempio di tre casi:
– TAV. Sì o No è un tormentone quotidiano, a botte di dichiarazioni e conferenze stampa e media che cercano di interpretare, contrapporre, delineare scadenze che sono sempre diverse e mutevoli. Il Sì e il No per eccellenza è quello dei due partiti al governo (Lega, M5S), con il corollario di altri minori Sì e No che, al di là di dichiarazioni generiche e con piglio combattivo, non hanno altro. Nella compagine governativa il motivo conduttore è che tra loro c’è un contratto e quindi, in questa logica si metteranno ad un tavolino e decideranno. Intanto non decidono e siccome si avvicinano le elezioni europee di maggio, sembra che nessuno di questi due partiti abbia voglia di decidere visto che questo comporterebbe la delusione o l’esaltazione di uno o dell’altro presunto elettorato. Quindi il TAV rimane lì bloccato, col suo pesante impegno di soldi ed accordi internazionali che sembra non sarebbero onorati. Una sorta di monumento che, proprio per essere tale, è una sorta di inno alla politica come strumento quasi esclusivo per forgiare consenso elettorale.
– Droghe illegali. Ogni giorno, soprattutto dopo la presentazione di un progetto legalizzatore da parte del M5S, registriamo prese di posizione, in particolare da parte del ministro dell’Interno che ha anche presentato un specifico progetto di legge, in cui uno dice il contrario di quello che dice l’altro. Anche qui con un corollario di pro e contro da parte di dichiaranti delle occasioni. La materia droghe illegali è disciplinata da accordi internazionali (proibizionisti) che, o si prende il coraggio di Stati come Uruguay, Canada, California, Colorado, etc che hanno deciso di violarli, oppure si sta buoni in un angolo in attesa che qualcosa cambi. E’ evidente che questo coraggio non sarà preso dallo Stato italiano, figurati poi in un contesto in cui, al governo, uno vuole legalizzare lo spinello e l’altro buttare in galera qualunque fumatore. Il dibattito impazza in modo più o meno mascellare e – indipendente dalla scadenza elettorale europea di maggio come per il TAV – la possibilità che dalle parole si passi ai fatti (siano questi legalizzatori o inaspritori dell’attuale normativa) è pura fanta-politica. Ma tutti, credendo e magari leggendo solo le posizioni della propria fazione, credono di essere convinti che si sia lì lì per fare il passo decisivo. Fumo negli occhi.
– Prostituzione. Mentre la Corte Costituzionale ribadisce che la legge italiana è giusta (non punibile l’atto ma l’adescamento), visto che siamo a cavallo della cosiddetta festa delle donne dell’8 marzo, anche qui le proposte legalizzatrici di una parte del Governo (Lega) e il silenzio legislativo dell’altra parte (M5S) sono ovviamente soggette al contratto tra di loro. Corollario immancabile di pro e contro: dall’esaltazione delle case chiuse di stile fascista a quella delle politiche svedesi che se uno va a puttane si rovina per tutta la vita. Bla bla. Qualcuno addirittura pensa ad un referendum abrogativo, facendo finta di dimenticare che questi sono ridicoli viste le mannaie per la proponibilità da parte della Corte Costituzionale e il permanente intervento delle maggioranze parlamentari per legiferare in modo contrario alle decisione del voto popolare. Bla bla. E tutto rimane come prima beandoci di una legge che dice e non dice, punisce e non punisce, accetta e non accetta. Anche qui, l’Esecutivo non prenderà nessuna decisione, e altrettanto farà il Parlamento.
Tre esempi per capire la politica e non farsi illusioni. Il fatto che in questi giorni si parla e si parla, si danno scadenze più o meno burlesche, è il gioco di questa politica: non decidere, lasciare tutto com’è. Visto che questo immobilismo è quello che consente l’esercizio del potere da parte di chi ce l’ha. E i cittadini o, meglio, i sudditi? Se ci si rende conto, almeno non ci si rode il fegato. E speriamo di aver dato loro una mano.
Ah, a proposito di politica: crediamo che sia bene che ci sia per regolamentare e disciplinare la nostra vita, e quindi non ci accodiamo alle lamentele tipo “sono tutti uguali”, ma invitiamo a leggere e sentire con attenzione, usando magari la testa invece della pancia, e a decidere di conseguenza se e come poter in qualche modo influire/contribuire.
* si pensi al reddito di cittadinanza, che praticamente è uguale al vecchio Reddito di Inclusione, solo che, oltre a dirci che è più bello perchè fatto da quelli che hanno preso il potere al posto di chi aveva fatto prima il reddito di Inclusione, vi sono stati stanziati più soldi che, stando ai numeri dello stesso governo, dovrebbero finire a breve lasciando diverse persone all’asciutto. Vedremo.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc