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Emergenza Covid, il diritto di cronaca e l’accordo con i Prefetti
L’esplosione, a fine febbraio, dell’emergenza coronavirus ha determinato reazioni differenti nella categoria dei giornalisti. Da una parte l’imponente, puntuale e coraggioso lavoro svolto da tantissimi cronisti, dall’altra alcuni casi di spettacolarizzazione (soprattutto all’inizio e, in particolare, sui network televisivi) sui quali l’Ordine lombardo dei giornalisti è intervenuto con un richiamo a direttori, vicedirettori capiredattori e singoli colleghi allo scrupoloso e attento rispetto dei doveri deontologici imposti dalla legge e dalle Carte deontologiche in materia sanitaria, in particolare:
1) al rispetto dei diritti e della dignità delle persone malate
2) a evitare un sensazionalismo che potrebbe far sorgere timori o speranze infondate
3) a diffondere notizie sanitarie solo se verificate con autorevoli fonti scientifiche.
L’Ordine lombardo, in realtà, è intervenuto in innumerevoli altri casi di pratica gestione dell’emergenza. Per garantire il diritto di cronaca durante i periodi di lockdown ha stipulato accordi con le Prefetture di tutte le 12 province lombarde (area metropolitana milanese, Monza e Brianza, Varese, Como, Lecco, Sondrio, Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona, Lodi, Pavia) in modo tale da garantire la mobilità dei giornalisti in servizio, assicurando così il diritto costituzionale all’informazione da parte dei cittadini. Ma è intervenuto anche per garantire la distribuzione dei giornali – durante i primissimi giorni di emergenza – negli 11 Comuni del Lodigiano che avevano sperimentato la prima “zona rossa”. Prezioso e tempestivo, anche in questo caso, l’intesa tra l’Ordine lombardo e il prefetto di Lodi, Marcello Cardona per sbloccare l’accesso dei distributori di giornali nei Comuni di Bertonico, Casalpusterlengo, Zorlesco, Castiglione d’Adda, Codogno, Maleo, Retegno di Fombio, San Fiorano, San Martino, Somaglia, Castelgerundo. Sempre nel Lodigiano e sempre durante i primi giorni di lockdown siamo intervenuti su un caso di due cronisti diffidati dal fare fotografie e videoriprese a Casalpusterlengo, in piena “zona rossa” da parte di una pattuglia di pronto intervento della Guardia di Finanza. Con l’avvocata Cristina Lenoci siamo intervenuti dimostrando che i giornalisti in questione stavano legittimamente svolgendo il loro lavoro nel pieno rispetto delle regole deontologiche (delibera 491/2018 del Garante Privacy) e prima ancora dei principi costituzionali che regolano la professione. Il Comando Regionale della Gdf ha riconosciuto i motivi e ritirato la diffida. Sul fronte del contrasto sanitario alla pandemia, infine, in primavera, grazie all’intervento dello “Sportello amianto nazionale”, l’Ordine lombardo ha donato tremila mascherine agli iscritti. |
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