L’uso e la diffusione di nuovi strumenti tecnologici cambiano il modo di fruire l’informazione coinvolgendo anche i lettori che, attraverso la loro partecipazione, possono contribuire a migliorarne la qualità. Nuovi scenari oggi nel mondo dell’informazione quindi, new media, smartphone, blog, siti internet, social network e altre applicazioni on-line costituiscono le principali fonti d’informazione per gli utenti che non sono più soltanto fruitori passivi delle notizie, ma attraverso un dialogo interattivo e la condivisione, partecipano attivamente al processo informativo contribuendo a migliorare la qualità dell’informazione. Il giornalismo on-line, in continua evoluzione, è ormai un componente fondamentale del mondo dell’informazione. Non ci sono modelli predefiniti ma continue sperimentazioni, ma tali strumenti vanno usati con sapienza e cautela, perché su internet come nel giornalismo tradizionale, resiste chi investe in professionalità dato che l’improvvisazione non paga neanche sul web. Riportare però la deontologia al centro della professione giornalistica è fondamentale. Un’esigenza per recuperare un codice etico che tuteli sia la qualità della professione che il cittadino-lettore-elettore, a garanzia del rapporto che deve esistere tra chi fa informazione e chi la riceve. La deontologia è l’insieme di leggi e regole che il giornalista è tenuto a osservare nello svolgimento di una professione considerata di grandissimo rilievo sociale. Acquisire, elaborare e divulgare notizie è un ruolo di grande responsabilità nei confronti del cittadino e per la democrazia. Un ruolo di cui il giornalista deve essere consapevole e che va esercitato nel rispetto della libertà della salute e della dignità della persona. I fondamenti etici e giuridici sono stati delineati nel corso degli anni da leggi, norme e codici approvati anche dall’Ordine dei Giornalisti. Oltre alla normativa sull’ordinamento della professione giornalistica (Legge 3 febbraio 1963, n.69), esistono altre regole di carattere deontologico che gli operatori dell’informazione sono tenuti severamente ad osservare. Tra queste la Carta dei doveri del giornalista e del giornalista degli Uffici Stampa, il Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, la Carta di Treviso che regola i rapporti tra attività giornalistica e tutela dei minori, la Carta informazione e pubblicità, la Carta informazione e sondaggi, la Carta dei doveri dell’informazione economica, il Codice dell’informazione sportiva e la Carta di Roma riguardante i richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti.
Con i nuovi scenari dell’informazione digitale si parla anche di “overload della conoscenza”, ovvero dell’eccesso di informazioni che affligge i nostri tempi, secondo cui internet starebbe modificando non solo i meccanismi e i contenuti della realtà e del sapere, ma il significato stesso di conoscenza.
Ivano Cantello