La Commissione per l’equo compenso nel settore giornalistico è tornata a riunirsi il 9 e 13 Gennaio, alla presenza del Sottosegretario con delega all’Informazione e all’editoria Giovanni Legnini, per tentare di trovare un accordo sulle varie proposte presentate al fine di disciplinare economicamente il lavoro giornalistico parasubordinato.
I ripetuti incontri e il dilungarsi dei lavori rispetto della prima tabella di marcia dettata dalle disposizione di Legge sull’Equo Compenso potrebbero però essere bilanciati da una positiva evoluzione dell’interpretazione del dispositivo: se a una prima lettura dell’intervento legislativo si poteva intuire la necessità di produrre un inutile listino prezzi per le produzioni giornalistiche (considerato che i tariffari professionali minimi sono stati aboliti con D.L. 4/7/2006 n. 233 c.d. ‘Decreto Bersani’), la volontà di alcuni componenti di trasformare una perdita di tempo in un lavoro costruttivo, ha portato il Tavolo a lavorare verso l’individuazione netta e chiara del campo di applicazione dell’equo compenso – ossia la prestazione parasubordinata – e la successiva produzione di un documento lavorativo corrispondente alle esigenze sia del lavoratore che della parte datoriale, in ogni suo specifico campo di applicazione.
Ma, nonostante la ricerca di una condivisione di intenti e la comune volontà di dare un senso al lavoro della Commissione che trova principalmente d’accordo FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) nonché ANSO (Associazione Nazionale Stampa Online), nell’ultimo incontro l’Ordine dei Giornalisti ha espresso un netto parere contrario rispetto a questa soluzione insistendo, altresì, sulla validità della propria proposta, ossia un vero e proprio listino prezzi, tra l’altro già pubblicato sul sito dell’OgG
La necessità di una votazione unanime si rende necessaria, visto che la proposta andrebbe di fatto a variare gli intenti iniziali della Legge 233/2012 e a tal fine il Presidente della Commissione ministeriale, ha più volte sollecitato un accordo tra tutte le parti interessate e coinvolte.
Grazie all’OdG – che non è né parte datoriale, né sindacale – ancora un nulla di fatto, quindi, tanto che il sottosegretario Legnini ha deciso di verificare un’ultima volta la percorribilità di una via condivisa, il prossimo 27 gennaio, chiedendo di tornare con un accordo raggiunto e al presidente Iacopino (OdG) una ulteriore riflessione sulle proposte già presentate.
Non è stato ulteriormente prorogato, il termine per la definizione dei parametri economici dell’equo compenso – qualunque sarà l’accordo finale – già stabilito per il 28 febbraio 2014. Si è inoltre deliberato che, in mancanza di un accordo tra le parti, la Commissione definirà in autonomia i livelli retributivi di equo compenso da applicare ai giornalisti inscritti all’albo. A quel punto nulla potrà essere ulteriormente discusso.
ANSO dichiarerà la sua contrarietà alla produzione di un tariffario minimo per le produzioni giornalistiche, sebbene questo non potrà di fatto fermare ulteriormente i lavori e auspica il raggiungimento di un accordo comune sulla definizione dell’ambito di applicazione dell’equo compenso (NO lavoro subordinato e NO lavoro autonomo). Per l’editoria digitale è l’occasione di poter costruire un primo, vero accordo di settore, ragionato su parametri economici equi e applicabili, che potrebbe colmare un’ampia parte del vuoto che caratterizza il nostro comparto in ambito contrattualistico.