“Dopo questa marcia storica, che dire.. Leggendaria! Momento magico uguale a quello del Big Bang che crea l’Universo!.. o in misura minore (più locale) comparabile all’incoronazione di Vercingetorice. Alla fine io torno a casa. Mi sa che stasera, per quanto mi riguarda, io mi sento Charlie Colibaly (ndr: l’autore della strage al supermercato kosher di Parigi)”. E’ questa la frase (che non condividiamo) postata su Facebook -poi ritirata- da M’Bala Dieudonné lo scorso 11 gennaio alle 20,34, poco dopo la manifestazione oceanica che ha messo Parigi al centro del mondo per le lotte in difesa della libertà e della laicità dello Stato.
Dieudonné è un attore comico molto seguito in Francia e nel contempo dileggiato (e perseguito) dalle autorità per i suoi spettacoli di satira “pesante” su ciò che è consolidato nella cultura e nella politica francese (e non solo), molto contro gli ebrei. A nostro avviso, quanto dice Dieudonné, in termini di satira, nello specifico e in generale, sta al “political correct” negli stessi termini di Charlie Hebdo: Dieudonné ha come obiettivo principale la cultura politica istituzionale francese, Charlie Ebdo ha come obiettivo principale le religioni. Entrambi -sempre a nostro avviso- espressione di satira e libertà. Ma così non la pensa la Procura della Repubblica parigina che ha aperto un’indagine per “apologia di terrorismo”. Questa inchiesta all’indomani della manifestazione di Parigi, ci lascia basiti. Dov’è finita la libertà d’espressione? Ci viene il dubbio che per alcuni (non pochi, purtroppo), si parli di liberta’ d’espressione solo quando questa riguarda la propria… che è la medesima situazione dei fanatici dell’Islam, quando essi si riconoscono in diritto di dileggiare le posizioni religiose diverse dalle loro (fino ad uccidere i dileggiati), ma non tollerano che si dileggi la propria posizione religiosa. Certo, in “occidente” -in linea di massima e ufficialmente- non si applica la pena di morte per questi dileggiamenti, ma la mannaia dei codici penali è spesso utilizzata. E questo non ci piace. E’ come spesso accade anche a noi di Aduc. Per restare in materia religiosa ricordiamo come la Procura della Repubblica di Catania, nel 2006, aveva sequestrato dei forum che sul nostro sito, a loro dire, offendevano il sentimento religioso (cattolico romano nella fattispecie). La vicenda finì in Cassazione, che rigetto’ il nostro ricorso per il dissequestro perchè per i giudici l’articolo 21 della Costituzione non vale quando c’è di mezzo il ‘sentimento religioso’, pur riconoscendo, per la prima volta in Italia, che i gestori di forum e blog non possono essere ritenuti responsabili per ciò che altri scrivono. Quindi, per ora, persistendo nei nostro codici i reati d’opinione, la massima Corte giudiziale ha solo dato “un colpo al cerchio ed uno alla botte”.
E’ bene ricordare che tra i manifestanti a Parigi c’era, ovviamente, anche il nostro capo del Governo che, pur manifestando per la liberta’ d’espressione, non ci sembra abbia all’ordine del giorno l’abolizione di quei reati che, per l’appunto, puniscono questa libertà… così come l’abolizione di questi reati non è neanche prevista nella Francia che apre un’inchiesta su Dieudonné e in tanti altri governi e Stati che erano in prima fila al corteo parigino.
Ci viene un dubbio: c’e’ forse un uso diverso -anche etimologico- della parola liberta’?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc