di Diego Costa
Il dibattito impazza, sulla foto del bimbo annegato. Il dibattito: almeno uno spazio esiguo di umanità. Vedete, chi dibatte la pensa esattamente come noi. E’ infastidito, schifato, indignato per lo stesso motivo per cui ci sono altri che pensano che si sia trattato di un’immagine forte da mostrare ai cuori di pietra. Io? Non so. Forse la mia soluzione sarebbe stata differente. Ma io non faccio testo. Penso a quando Cassano finì sulle pagine dei giornali dopo aver detto un’emerita stupidaggine sulla presenza o meno di calciatori gay, in Nazionale. Tutti pubblicarono il Cassano-pensiero, manco fosse Cartesio o Socrate… Io avrei risolto il problema "l’ha detto, va pubblicato" con un titolo commento. "Cassano, chi se ne frega?" In questo modo avrei riportato l’idea di uno che è bravo a tirare calci a un cuoio, e allo stesso tempo avrei fatto capire che il suo punto di vista non interessa a nessuno. Parli di calci d’angolo o di fuorigioco. Dunque tornando a noi, caro direttore di giornale che hai pubblicato la foto "per dovere professionale". Avresti forse fatto meglio a lasciare uno spazio bianco, grande come quella foto. A spiegare che quello spazio sarebbe stato quello per pubblicare una foto di cronaca sconvolgente. L’avresti dovuta spiegare, la scelta. E il bianco, avrebbe lavato la tua coscienza. E forse avrebbe invitato a una riflessione, forte come un "Je suis…", forse più forte. lasciando agli insensibili la loro solitudine e la loro tristezza interiore. Rispettando quelle persone disperate. Dando a noi lo spunto di una riflessione che probabilmente non serve a nulla, fino a quando un Continente opulento, vecchio, stanco e ripiegato sulla propria sazietà non deciderà di fare qualcosa. Qualcosa di concreto. Magari lavorando anche sui nostri egoismi.