Il rettore dell’Università di Firenze sembra che abbia diffidato il collettivo degli studenti della facoltà di Scienze Politiche alla proiezione di un filmato in cui, dalla parte palestinese e in quel territorio, si denunciano le violenze subite da questi ultimi da parte delle forze di polizia di Israele. Il titolo di questo filmato è esplicito e non lascia dubbi sui suoi contenuti, “Israele il cancro”, ma è un filmato che circola liberamente, non sottoposto a nessun sequestro o limitazione da parte delle leggi dello Stato (e tutto dire…), cioè un prodotto legale che ognuno può liberamente decidere di proiettare o meno. Nella fattispecie, il rettore dell’Università fiorentina, pare dopo pressioni anche delle autorità diplomatiche di Israele oltre che delle autorità religiose ebraiche, ha deciso di fare questa diffida: cioè nella struttura pubblica di cui lui è rettore, la libertà d’espressione di uno degli organismi degli studenti deve essere sottoposta alla sua censura. Che paura fanno le immagini e le parole? Probabilmente tanta. Noi abbiamo creduto che la proiezione di questo filmato potesse essere occasione, sì di celebrazione di una parte politica rispetto a un’altra, ma anche di discussione per quello che accade in uno dei punti piu’ caldi del mondo che ci coinvolge nella politica, nella testa e nelle viscere. Forse siamo ingenui. E probabile che questo filmato sarebbe stata solo occasione di denigrazione di Israele e della sua politica… è probabile. E allora? Non si può denigrare, con le parole e le immagini, una politica che si ritiene ingiusta? Non solo. Ma perchè i sostenitori della politica di Israele sui loro territori, e non solo, non organizzano altrettanto evento, in altrettanto luogo, per confrontarsi? E’ probabile che, se ciò avvenisse, alcuni gruppi di esagitati impedirebbero loro di parlare… proprio come fa oggi il rettore contro i detrattori della politica di Israele. E’ un cane che si morde la coda e, se non se ne viene a capo, potremo “tranquillamente” continuare a vietare, lanciarci addosso invettive e insulti, deplorare morti di una parte e dell’altra, infangare legittime istituzioni (Israele) e altrettante legittime aspirazioni (palestinesi). E se c’è un mezzo per far continuare questo scempio di legalità, giustizia e umanità, è proprio fare come ha deciso di fare il rettore dell’Università di Firenze; non ci si può continuare a lavare le mani di fronte a questo drammatico problema facendo sì che siano altri a occuparsene (malamente visti i risultati), e se non si affronta in un luogo deputato al confronto, la discussione, l’informazione, l’educazione come è l’università… Per concludere e mettere i puntini sulle “i”. Oggi difendiamo il diritto degli studenti del collettivo di Scienze Politiche a proiettare il filmato, e notoriamente questi studenti appartengono alla cosiddetta sinistra. Ieri abbiamo difeso il diritto dei cosiddetti fascisti a manifestare il loro pensiero anche negli altrettanto santuari della sinistra commerciale (magazzini Coop). Certo, entrambi non sono morbidi nei confronti delle politiche dello Stato di Israele, ma ovviamente siamo pronti a difendere una qualunque iniziativa filo-israeliana. Stato della cui legittimità e diritto siamo fieri, tenaci e insistenti sostenitori… ma ci piace capire, far capire, discutere, confrontarsi, proprio come fanno (e son famosi per questo) i cittadini di Israele nel loro contesto.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc