Questi alcuni titoli di agenzie di stampa di questa mattina: Immigrazione. Procuratore Catania: “Ong forse finanziate da trafficanti” Migranti. Zuccaro: Trafficanti finanziano alcune Ong Migranti, Procuratore Catania: Ong forse finanziate dai trafficanti La vicenda, già nota nei giorni scorsi, e’ stata solo ulteriormente alimentata da un’intervista del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, a una trasmissione di RaiTre. Ogni agenzia stampa, come ne riportiamo sopra alcune a titolo di esempio, ha deciso di dare il titolo che riteneva piu’ opportuno. E, purtroppo, mentre nei testi tutte riportano fedelmente le parole del procuratore, nei titoli, alcune hanno omesso la parola “alcune Ong” optando per il piu’ generico “Ong”… che fa un’enorme differenza. Quindi ci sono due aspetti che vanno considerati. Le agenzie stampa e il procuratore Zuccaro. Per le prime (agenzie stampa), ognuna si assuma la responsabilità di divulgare la notizia come crede, provocando, di conseguenza, le reazioni che gli “anti-immigrati” in assoluto non potevano che avere, tipo: arrestateli e affondate le navi… ovviamente ancor prima che l’inchiesta della procura sia terminata e che un giudice si sia espresso… niente di nuovo nel Paese in cui un avviso di garanzia (mai termine è stato più bizzaro e usato al contrario) è sufficiente per crocifiggere chi ne è coinvolto. Ovviamente invitiamo chi fa scelte editoriali di questo tipo a pensarci bene prima di divulgarle. Per il secondo (Zuccaro), la questione è sempre di politica dell’informazione, ma un po’ più sfaccettata. Mentre alcune agenzie (forse) credono di vendere meglio il proprio prodotto con una (finta) estremizzazione dei fatti, così non dovrebbe essere per il rappresentate di uno dei poteri dello Stato, quello giudiziario. A maggior ragione quando questo potere viene esercitato nella fase inquirente di un’indagine. I casi potrebbero essere due: il procuratore Zuccaro non si rende conto, oppure il procuratore Zuccaro ha una sua strategia. Nel primo caso (non si rende conto), forse il nostro procuratore non comprende la potenza mediatica delle sue affermazioni, in un contesto in cui la deformazione -sempre mediatica (come è avvenuto)- è all’ordine del giorno. Certamente, in questo senso, Zuccaro non e’ responsabile… ma dove vive il nostro procuratore? In un mondo in cui si ragiona coi manuali del diritto che vengono consultati ogni volta che si apre la bocca o si scrive qualcosa, o dove si vende il diritto un tanto all’etto al miglior offerente? Noi crediamo che -purtroppo- si viva in questo secondo mondo. Nel secondo caso (strategia)… vogliamo sperare che sia solo una nostra elucubrazione, perchè se un magistrato avesse voluto così tastare il terreno e il mondo mediatico, per leggerne, mediare e usare le reazioni ai fini della sua indagine… la cosa ci preoccuperebbe molto. E quindi? Nel rispetto della libertà e della responsabilità di ognuno nella propria delicata funzione istituzionale, se noi fossimo stati un giudice, probabilmente ci saremmo tenute le cose per noi. Ma noi -forse o per l’appunto- non siamo un giudice, ma questo non vuol dire che non dobbiamo essere un cittadino -e un utente dei sevizi della giustizia- che auspichi il rispetto delle garanzie di ognuno, sapendo che viviamo in un mondo mediatico in cui anche l’ultimo arrivato dei lavoratori dell’informazione aspira al premio Pulitzer, a qualunque prezzo.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc