How, che bella polemicuccia estiva sui reati d’opinione. Quest’anno ci manca il morto, il violento, lo strafico o la strafica (Corona e Belem sono in pensione) che hanno fatto qualcosa che turba i costumi dei media benpensanti (tutti). E quindi: buttiamoci sui reati d’opinione. Con un ossimoro: che la destra fa quello che fa la sinistra e viceversa, cioe’ si mescolano e si annullano. Per carita’, non ci stupisce che la sinistra di ispirazione comunista sia fiera sostenitrice del reato di opinione fascista, e non ci stupisce che la destra forcaiola, quando non si tratti di idee … diciamo che collimano (senza offese per il fascismo e per la destra storica)… si erga a difendere solo quelle vicine alla sua parte (Erri De Luca e i noTav fanno storia). Certo, in Costituzione ce l’hanno anche inserito questo reato, ma chi non l’avrebbe fatto dopo la seconda guerra mondiale e il lungo governo di Benito Mussolini? Sarebbe ora di cambiare un po’ di cose… ma questa e’ fantapolitica e fantascienza, lasciamo perdere. Godiamoci il presente. Cioe’ un imprenditore fascista (che dice -pluri intervistato- di non esserlo… avra’ imparato da qualcuno a negare l’evidenza?) che, per fare un po’ di quattrini, in linea col suo estro imprenditoriale in quel di Chioggia (in passato aveva messo cartelli che vietavano l’ingresso ai bambini nel suo stabilimento balneare: “ma solo perche’ non c’e’ niente che possa loro esser utile…”) ha messo un po’ di cartelli folkloristici col piglio e le frasi tipiche del regime che fu. Non e’ mica scemo, questo imprenditore; nel suo stile ci sa fare; nel suo stile, per l’appunto. Si’, d’accordo, e’ un po’ cretino, ma non e’ altrettanto (a parte le tragedie, ovviamente) tutto quello che la storia (libri, film, aneddoti, etc) ci ha tramandato? Non erano delle macchiette i vari gerarchi di quel periodo, tra cui spiccavano per imbecillita’ e violenza i toscani e gli emiliano-romagnoli… di quella stessa terra che dopo la seconda guerra mondiale e’ stata culla del voto e dell’agire comunista italiano? Si’, come sono state macchiette quelli che hanno insistito dopo la fondazione della Repubblica (quella nata falsificando i risultati, che erano a favore di quell’altrettanto macchietta dei nostri regnanti, casa Savoia): li’, col braccio teso, le frasi e gli atteggiamenti machi, i copricapi e i vestiti che manco un disgraziato e disadattato culturale dei piu’ tosti oserebbe piu’ portare, le loro sedi piene di gagliardetti funerei, coi teschi, etc.
Ma ecco che oggi, A.D. 2017, vien fuori questo imprenditore esagitato che si porta dietro altrettanto esagitato onorevole antifascista (per carita’!) che propone l’indurimento delle ridicole e assurde pene che gia’ due leggi (Scelba e Mancino) hanno contribuito a renderci ridicoli nel mondo e al buon senso. E poi l’ex-enfant prodige, oggi segretario del partito erede degli antifascisti uniti nel compromesso storico, che avvalla, fa le battute nel suo stile e -ovviamente- provoca il contrario in quelli che, basta che lui respiri (com’era per Silvio Berlusconi a suo tempo), dicono il perfetto contrario. Pur non facendo nulla perche’ questo loro contrario possa diventare legge. Certo, ci sono alcune proposte in Parlamento per l’abolizione dei reati d’opinione, ma sono li’. Da sempre e -crediamo- per sempre ci resteranno. Perche’ passato il tormentone estivo, forse c’e’ un’agenda di governo (quelle vere, non quelle mediatiche di qualcuno che pur di attirare l’attenzione su di se proporrebbe anche lo scuoiamento dei reietti di qualcosa) che mette i punti sulle “i” per cancellare la vergogna di questi reati dai nostri codici? Nisba!Da irriverenti, vista anche la stagione, non ci resta che, seduti sul greto del fiume che ci porta un po’ di fresco, aspettare che passi anche questo torpedone a remi.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc