Il 1 e il 2 ottobre si svolgono le prime elezioni dell’Ordine dei Giornalisti dopo la riforma varata quest’anno che ha apportato una profonda revisione della composizione e delle competenze del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.
Questa riforma però non è ancora sufficiente: oltre alle dovute competenze professionali, sono anche necessarie capacità umane che possano gestire quest’importante istituzione.
Perché l’Ordine dei Giornalisti dovrebbe rappresentare degnamente tutta la categoria, (pensionati e freelance compresi), ormai dilaniata nella credibilità, nell’indipendenza, nell’autonomia, ma soprattutto arroccata su se stessa nella difesa di prerogative che nulla hanno a che vedere con il futuro del giornalismo. Negli ultimi anni la nostra professione ha subito una vera rivoluzione: ormai sempre più digitalizzato e composto da freelance senza alcuna tutela (assicurativa, legale, professionale, previdenziale…), i quali rischiano molto spesso la vita per amore della verità a 10 euro a servizio, i più fortunati perché spesso non vengono nemmeno retribuiti!
Ma anche quei pochi, fortunati i giovani che entrano nelle redazioni, con l’ultimo contratto nazionale firmato dalla Fnsi, che ha cancellato, tra le altre cose, la ex fissa a favore degli editori, hanno meno diritti, stipendi ridotti, maggiorazioni decurtate e pensioni da fame dopo 40 anni di lavoro! Un bel regalo agli editori della Fieg sul quale l’Ordine, pur non avendo competenze specifiche, è stato in un silenzio colpevole e imbarazzato.
La maggior parte degli Ordini regionali, ed anche quello nazionale, sono stati gestiti senza trasparenza, in ossequio a logiche spesso dettate dal tornaconto personale o di corrente, piuttosto che per l’interesse verso i veri bisogni della categoria.
Tranne qualche eccezione, la maggior parte dei dirigenti è stata sorda alle pressanti richieste delle colleghe e dei colleghi che chiedevano di mettere in campo concrete azioni volte a tutelare la dignità professionale dagli attacchi della politica, ma anche di creare migliori condizioni per essere in grado di poter svolgere in modo libero e dignitoso questa professione, occupandosi solo marginalmente dell’etica e della deontologia professionale. Per non parlare della miopia con la quale si è guardato al profondo cambiamento della professione, soprattutto negli ultimi anni, ma già dalla metà degli anni ‘90, con lo sviluppo di Internet, del digitale e delle nuove tecnologie multimediali.
Stendiamo un velo pietoso sui corsi di formazione che dovevano essere gratuiti… se non fosse per qualche associazione stampa, come l’Associazione Stampa romana, che ha organizzato decine di corsi gratuiti, oggi centinaia di colleghi sarebbero privi di formazione!
L’eccezione riguarda anche l’Ordine del Lazio che ha effettivamente organizzato corsi gratuiti nella Capitale aperti a tutti. La domanda è: ma come vengono spese le quote annuali? Con quale trasparenza vengono gestiti milioni di euro che le colleghe ed i colleghi di tutta Italia versano nelle casse dell’Ordine? Molti di questi consiglieri, oggi si candidano chiedendo di essere rieletti per tornare in un posto che ha portato loro molti vantaggi, anche materiali, come emolumenti, gettoni di presenza da 400 euro, rimborsi e spese varie per partecipare alle riunioni romane, consulenze, commissioni, docenze nei corsi di formazione, benefit di vario genere, privilegiando e favorendo le loro amicizie e conoscenze, ecc…
Cosa intendiamo fare con il tuo aiuto
La componente Giornalisti Italiani Uniti ha deciso di scendere in campo con propri candidati per i quali valori come onestà, trasparenza e legalità restano cardini irrinunciabili, nella vita come nella professione.
Giornalisti Italiani Uniti darà, inoltre, il suo sostegno a colleghe e colleghi di altre liste i cui programmi saranno in linea con la fondamentale richiesta di una concreta attuazione della riforma varata quest’anno, di trasparenza e del rispetto delle regole introducendo, per esempio, la diretta streaming delle sedute del Consiglio, consentendo agli iscritti la possibilità di partecipare e di capire cosa accade nella Casa dei giornalisti che dovrebbe diventare una Casa di vetro!
Fondo di solidarietà per freelance, collaboratori e precari
Da anni chiediamo l’istituzione di un Fondo di solidarietà da costituire con le quote degli iscritti per dare risposte concrete ai freelance, collaboratori autonomi e precari in difficoltà economiche o che hanno ricevuto una querela, una richiesta di risarcimento danni in sede civile e per le spese legali.
Chiediamo anche che le elezioni avvengano anche on line come accade per la Casagit, l’Inpgi e per alcune associazioni stampa, non solo per consentire la massima partecipazione anche a chi per motivi di salute o di lavoro non può recarsi ai seggi, ma anche per un notevole risparmio economico! Per evitare spese allegre o fuori controllo chiediamo che tutti gli emolumenti percepiti dai consiglieri a qualsiasi titolo, vengano pubblicati sul sito dell’Ordine nazionale, così come tutte le spese effettuate durante la consigliatura e gli importi anche di eventuali consulenze o collaborazioni esterne.