di Antonio Mazzeo
Ieri 14 dicembre si è tenuta presso la 1^ sezione penale del Tribunale di Messina l’udienza del nei miei confronti per il reato di cui agli artt. 81 e 595 comma 3 (diffamazione a mezzo stampa) a seguito di una querela presentata dal Comune di Falcone per l’inchiesta pubblicata sul periodico I Siciliani giovani (n. 7 luglio-agosto 2012), dal titolo “Falcone comune di mafia fra Tindari e Barcellona Pozzo di Gotto”. Nel corso di una lunga deposizione, assistito dal mio legale di fiducia, l’avv. Carmelo Picciotto, ho ribadito che nella mia lunga attività di ricostruzione giornalistica di gravi eventi che hanno interessato la società siciliana, mai è stata mia intenzione offendere l’onore di chicchessia, così anche stavolta non è stato assolutamente questo il mio intento come invece ritiene erroneamente la Pubblica accusa o la parte offesa al processo rappresentata dall’ex sindaco del Comune di Falcone, l’avvocato Santi Cirella. Supportato da atti e documenti giudiziari, ho ricostruito il drammatico percorso storico, sociale e criminale che ha investito il piccolo comune della fascia tirrenica di Messina, motivando le finalità della mia ricerca, ormai risalente ad oltre cinque anni fa, con il diritto-dovere di cronaca e denuncia sui perenni pericoli d’infiltrazione mafiosa nella vita politica, amministrativa, economica e sociale di Falcone, dell’hinterland di Barcellona Pozzo di Gotto e dell’intera provincia di Messina.
Colgo l’occasione per ringraziare l’on. Francesco D’Uva, deputato e membro della Commissione parlamentare antimafia, da noi chiamato come teste a difesa, che stoicamente ha atteso quasi sette ore nei corridoi del Tribunale pur di poter deporre al processo, nonostante i suoi impegni politici e istituzionali. Al dibattimento, l’on. D’Uva ha avuto modo di spiegare le motivazioni che spinsero lui e altri membri del M5S a presentare, il 25 settembre 2015, un’interrogazione parlamentare sui rischi d’infiltrazione criminale in alcuni lavori pubblici nel Comune di Falcone. Per il protrarsi dell’udienza, non è stato possibile invece ascoltare l’odierno sindaco di Falcone, l’ingegnere Carmelo Paratore, altro teste della difesa; anche a lui per la lunghissima e inutile attesa in Tribunale va il nostro ringraziamento.
Infine un grazie di cuore alle associazioni e forze politiche-sociali, alle colleghe e colleghi giornalisti e alle centinaia di persone che in questi giorni ci hanno fatto sentire la loro stima, solidarietà e vicinanza. Quando ciò accade, ritrovi il senso del tuo lavoro e vieni ripagato per gli innumerevoli sacrifici e i “rischi” del tuo impegno civile.